4 Novembre 2024 23:29

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4 Novembre 2024 23:29

IMPERIA. OSPEDALE. SPRECO INACCETTABILE. L’ASL SPENDE 2 MILIONI DI EURO PER 3 NUOVE SALE PARTO E POI CHIUDE IL REPARTO DI OSTETRICIA/IL CASO

In breve: La denuncia della Cisl: "Come si può creare un progetto, coinvolgendo professionisti, studiando percorsi, creando disagi per gli utenti, e alla fine di tutto spostare tutto con nuovi enormi costi in un altro presidio?"

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Uno spreco inaccettabile. Dopo aver speso circa 2 milioni di euro per la realizzazione di tre nuove sale parto e di una sala operatoria, l’Asl chiude il reparto di ostetricia e ne dispone il trasferimento a Sanremo per allestire un unico centro nascite nella città dei fiori. Questa, in sintesi, la denuncia della Cisl, nella persona del segretario territoriale Nico Zanchi.

“Per anni la Regione e le la direzione della Asl1 – scrive Zanchi – hanno sostenuto in maniera decisa l’ idea che al fine di ottimizzare le risorse e somministrare cure di alta qualità l’ unica soluzione era quella di creare l’ospedale unico. Qui invece di unico c’è solo un fatto: sono cambiati i dirigenti ma quello che si continua a fare è uno spostamento da una parte all’altra di servizi e di reparti, a volte apparentemente senza una logica, magari dopo aver fatto dei lavori di ristrutturazione inutili spendendo molti soldi pubblici. Eclatante è in questo caso la decisione del Collegio di Direzione della Asl 1di creare un unico punto Nascite nel presidio di Sanremo.
Il problema non è il fatto che sia stato scelto il presidio di Sanremo, ma che sia stata fatta questa scelta con un costo di almeno 800 mila euro, dopo che nel presidio di Imperia sono stati spesi circa 2 milioni di euro per creare tre sale parto e una sala operatoria dedicata ad oggi sottoutilizzate e con un’ulteriore spesa vicina al milione di euro per ristrutturare il reparto di ostetricia insieme agli ambulatori , pronti in consegna il 30 gennaio prossimo.
Ma come si può creare un progetto, coinvolgendo professionisti, studiando percorsi che prevedono spostamenti di intere strutture al fine di realizzare la migliore ristrutturazione, creando disagi per gli utenti, e alla fine di tutto quando si è pronti per l’ apertura, comunicare che si è cambiata idea e spostare tutto con nuovi enormi costi in un altro presidio?
L’ inutilizzo delle sale parto era stato già oggetto di critica non solo della scrivente organizzazione sindacale, e ancora di più lo era per la sala operatoria usata solo in caso di necessità, se si fossero riscontrati problemi nel blocco operatorio principale.
Inoltre da un punto di vista normativo, che pone come limite al fine di mantenere aperto un punto nascita almeno 500 parti all’ anno, le due strutture dei presidi di Imperia e Sanremo possono tranquillamente coesistere.
I dati in nostro possesso ci dicono che i parti nell’ anno 2015 sono stati 674 nel presidio di Imperia e 630 nel presidio di Sanremo. L’ attuale Regione dovrà esprimersi inoltre su questa decisione.
Infine le infrastrutture e la viabilità della nostra provincia non sono compatibili con un progetto di un unico punto nascita strutturato in questa maniera.
Come nel caso della urologia spostata ad Imperia e dell’ ortopedia spostata a Sanremo, la nostra posizione verte sempre sul fatto che non si può cambiare idea dopo aver effettuato percorsi di riorganizzazione, magari durati per anni e speso molti soldi pubblici.
Al di là di condividere o meno un processo di riorganizzazione proposto dalla Direzione, all’ interno delle normali relazioni tra le parti , quello che è inaccettabile è lo sperpero degli investimenti che ad oggi purtroppo è l’ unico dato certo di questa operazione.
La Cisl Fp chiede la revoca del procedimento e un incontro con la Direzione Aziendale al fine di avere spiegazioni in merito”.

Sulla stessa linea della Cisl anche il Sindaco di Imperia Carlo Capacci: “Qui si tratta di come viene speso il denaro pubblico. Il reparto di ostetricia di Imperia è stato appena ristrutturato per 2 milioni di euro. Come si può chiuderlo e trasferirlo a Sanremo? Ho già espresso la mia opinione e tutte le mie perplessità nelle sedi competenti, ovvero la conferenza dei Sindaci sulla Sanità. e continuerò a farlo”.

 

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