Imperia – È Ippolito Trifilio, 58 anni, imprenditore edile con alcuni precedenti penali, l’uomo arrestato giovedì scorso dalla squadra mobile di Imperia su mandato dei PM Grazia Pradella e Roberto Cavallone nell’ambito dell’inchiesta sull’attentato, avvenuto lo scorso 2 novembre, alla sala scommesse Eurobet di via del Collegio in cui morirono due degli attentatori: Albert Jakupaj, 19 anni, e il connazionale Aramit Ismajlukaj, 29 anni, titolare di un autolavaggio sull’argine sinistro. Secondo la Procura, Trifilio avrebbe avuto un ruolo chiave nell’organizzazione dell’attentato che avrebbe avuto l’obiettivo di truffare l’assicurazione.
Si escluderebbe dunque la matrice mafiosa anche se la tesi della truffa assicurativa non sarebbe supportata dal “premio” che i tre titolari Michele Mucciolo, Andrea Rosso e Alessio Alberigo avrebbero ottenuto in caso di incendio: l’importo si aggirerebbe attorno ai 5 mila euro a testa.
Trifilio, così come il “palo” della spedizione Mretjev Ismajlukaj (scarcerato giovedì 14 gennaio), avrebbe collaborato con gli inquirenti tanto da essere scarcerato, e messo ai domiciliari, dopo solo una notte trascorsa in cella nel carcere di Sanremo.
La conoscenza tra Trifilio e i tre gestori e colui che gestiva il bar interno alla sala scommesse, Luca Gaglianone, è inequivocabile viste le numerose immagini che li ritraggono assieme presenti sui social network. È pacifico pensare che i quattro siano stati iscritti nel registro degli indagati anche se dalla Procura non trapela nulla.
Non rimane che attendere i prossimi sviluppi che potrebbero manifestarsi in notifiche di avvisi di garanzia così come in misure di cautelari. L’interrogativo a cui dovranno dare risposta gli inquirenti è: se la polizza assicurativa stipulata qualche mese prima avrebbe risarcito solo poche decine di migliaia di euro a fronte di un fatturato di oltre 100 mila cosa avrebbe portato i gestori a inscenare una truffa assicurativa?