“Il signor Muraglia ha anche sventato una rapina in mutande“. Questa la rivelazione emersa nel corso della puntata del programma di Rai1 “L’Arena”, condotto da Massimo Giletti, andata in onda ieri domenica 24 gennaio e dedicata al caso dei ‘furbetti del cartellino’ di Sanremo.
Ospiti della trasmissione, in collegamento da Genova, Adriana Silingardi, moglie di Alberto Muraglia, il vigile urbano pizzicato dalle telecamere a timbrare in mutande e licenziato nella giornata di sabato, e il legale del vigile Luigi Alberto Zoboli. Nel corso della trasmissione, la moglie di Muraglia e l’avvocato hanno cercato di spiegare il perchè delle timbrature in mutande e delle timbrature eseguite dalla figlia e dalla stessa moglie del Muraglia.
LA MOGLIE ADRIANA SILINGARDI
“Ce lo aspettavamo, anche se dopo gli interrogatori pensavamo a una misura ridotta e non a un licenziamento, in quanto c’erano prove oggettive che invece non sono state tenute in considerazione, o sono state capite diversamente. Lu è un vigile urbano, ma è anche il custode del mercato annonario. Per essere più chiara ho portato una piantina per far vedere dove sono il mercato annonario e il nostro appartamento. Normalmente mio marito apre i cancelli del mercato annonario tutte le mattine alle 5.30, scende vestito, va ad aprire il mercato e poi va a timbrare ed entra in servizio.
Quelle volte, che sono pochissime, in cui ha timbrato in mutande era perché era domenica. Quindi lui non era di servizio, lui era solo di reperibilità, nel senso che deve rimuovere le macchine dove c’è un mercatino di antiquariato una volta al mese, precisamente la seconda domenica del mese. Quando non c’è necessità non lo chiamano. Se invece le macchine posteggiate, dove poi devono mettersi i banchi del mercatino sono da intralcio, gli telefonano, si alza in quanto non è di servizio, timbra , si veste e va a rimuovere queste macchine. Quindi è stata questa cosa dell’immediatezza, dell’urgenza a rimuovere queste macchine”.
AVVOCATO LUIGI ALBERTO ZOBOLI
“L’appartamento del Muraglia è sopra la pizza esterna del mercato annonario, quindi lui la mattina presto, dalla finestra, vedeva che c’erano delle macchine che ostacolava gli ambulanti. Da i video infatti si vede non solo che timbra in mutande ma che è anche al telefono, in quanto chiamava il carroattrezzi in modo che venga sgombrata la piazza e che inizi l’attività.
Non è ancora uscito, ma uscirà che alcuni anni fa, mentre era a casa sua di riposo, Muraglia si accorse che stavano effettuando una rapina al mercato comunale è sceso in mutande con la pistola e arrestato in mutande il ladro”.
LA MOGLIE
“Per quanto ci concerne il video che lo ritrae mentre timbra in mutande, c’è da capire che lui non era in servizio. Quando è stato chiamato per l’urgenza delle macchine parcheggiate dove dovevano esserci i banchi del mercato, si è alzato, è andato a timbrare, si è vestito e è sceso di sotto nel frattempo chiamando il carroatrezzi. Dovete sapere che non possono rimuovere le macchine se non c’è un vigili. Quindi lui per forza doveva scendere, perchè sennò il carroatrezzi non avrebbe potuto rimuovere le macchine”.
AVVOCATO ZOBOLI
“Nella lettera di licenziamento si fa esplicito riferimento al fatto di essere divenuto il simbolo di questa vicenda. D’altra parte con l’avvocato Moroni, che segue il procedimento penale, abbiamo rinvenuto la documentazione e le prove che Muraglia non è un assenteista. Non si può negare che abbia violato, per lo meno sotto il profilo formale, determinate regole ma non è un assenteista”.
“Per quanto concerne le timbrature effettuate dalla moglie e dalla figlia, si tratta comunque di timbrature in giorni in cui il Muraglia era al lavoro, dunque il problema è quello di aver delegato la timbratura ma non di aver reso la prestazione lavorativa”.
LA MOGLIE
“Perchè andavamo noi a timbrare? Mio marito lavora dalle 6 a mezzogiorno, questo dovrebbe essere il suo orario di servizio. Spesso però a mezzogiorno lui era ancora in ufficio, quindi io alle 12.15, alle 12.30, anche all’una andavo a chiamarlo dicendogli che era pronto da mangiare. Lui mi diceva ‘vammi a timbrare che spengo il computer’. Era questo che accadeva, quando non andavo io andava mia figlia”.
AVVOCATO ZOBOLI
“Perchè non andava in straordinario? Perchè lo straordinario, se non autorizzato, non viene pagato. Quindi quando Muraglia o chi per esso timbra dopo tre quarti d’ora dalla cessione dell’orario di lavoro sono minuti che non sono pensati, nè quanto meno retribuibili. Hanno sbagliato a far timbrare la moglie, questo è un dato pacifico. Timbrava la moglie perchè lui finiva di chiudere il computer nell’ufficio li vicino, che si trova tra il loro appartamento e la timbratrice.
Tornando alle timbrature in mutande, vorrei specificare che in tutte e sei le occasioni sono collocabili in cui gli uffici erano chiusi al pubblico, dunque non esponeva nè lui nè l’amministrazione al pericolo che la cosa fosse scoperta. Lui non poteva neanche pensare che la cosa fosse vista, intendo al danno di immagine al Comune”.