Fu omicidio colposo. La Procura della Repubblica di Imperia ha chiuso le indagini sulla morte Mauro Feola, l’imprenditore vitivinicolo annegato il 25 luglio scorso, nei pressi dello stabilimento Papeete Beach a Oneglia nel tentativo di salvare il figlio di 15 anni che si trovava in difficoltà a causa del mare grosso. L’accusa, dopo una serie di accertamenti tecnici e di testimonianze, che viene contestata ai due assistenti bagnanti dello stabilimento Aldo De Notaris, 65 anni e Caterina Pandolfi, 19 anni, è appunto omicidio colposo in quanto non avrebbero tentato il salvataggio in modo tempestivo.
L’autopsia sulla salma dell’uomo, effettuata dal medico legale Claude Orengo, indìcò chiaramente che la morte fu per annegamento lasciando però un punto di domanda sulla possibilità di sopravvivenza di Feola nel caso fosse stato immediatamente soccorso. Secondo il sostituto procuratore Paola Marrali, però, i due bagnini avrebbero dovuto tentare di soccorrere l’uomo nel momento in cui il figlio 15enne aveva chiesto loro aiuto. Così, però, non fu e il corpo dell’uomo senza vita fu recuperato solo nei minuti successivi da alcuni bagnanti. I due indagati, ora, avranno 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o per chiedere di essere ascoltati dal PM che in un secondo momento dovrà decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio.