25 Dicembre 2024 06:55

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“IMPERIA CAMBIA” PERDE I PEZZI. IL CONSIGLIERE GIANFRANCO GROSSO:”SI RISCHIA DI RICONSEGNARE LA CITTÀ AL CENTRODESTRA” / L’INTERVENTO

In breve: "La situazione politica dell’Amministrazione Capacci è a dir poco imbarazzante". Con queste parole Gian Franco Grosso esprime le sue considerazioni circa l'attuale situazione politica in cui versa il Comune di Imperia.

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“La situazione politica dell’Amministrazione Capacci è a dir poco imbarazzante”. Con queste parole Gian Franco Grosso esprime alcune considerazioni circa l’attuale situazione politica in cui versa l’amministrazione comunale di Imperia.

“Il gruppo consiliare del Sindaco, la sua lista elettorale, è diventata il fortino dei dissidenti! La situazione è paradossale. Praticamente il Sindaco si è fatto scippare la sua lista da sotto il naso, un nonsenso politico. Questo di fatto significa che il suo gruppo in consiglio, inteso come espressione dei voti ottenuti in città con l’elezione del 2013, non esiste più.

In realtà non c’è neppure una vera maggioranza numerica in consiglio comunale e questo non può che preoccuparmi come cittadino e come consigliere comunale, anche se di opposizione, perché ciò significherà per la città impasse totale e tirare a campa’. Come riuscirà Capacci a gestire le spinose questioni in materia portuale, urbanistica, ambientale, trovandosi sotto scacco di un quadrumvirato che attualmente non vuole collocarsi furbescamente e opportunisticamente in nessun schieramento politico? L’influenza dei dissidenti verso quali scelte potrebbe portare l’amministrazione e quali effetti collaterali potrebbe causare?

Sono domande che è importante porsi se la nostra città non vuole vivere la politica come una trincea di interessi convulsi in cui muoversi subdolamente, ma come il mezzo per creare benessere per i propri amministrati.

Ora, io dovrei essere contento politicamente di questa gravissima crisi: non condividevo già dall’inizio questa coalizione così eterogenea, non ho mai ritenuto che fosse una coalizione di centrosinistra (perché il PD non è più di sinistra e Strescino non è mai stato di centro), non credo abbia amministrato bene sino ad oggi e non credo sia mai riuscita ad avere un feeling con i cittadini.

Eppure non riesco a sorridere: perché le disgrazie di questa amministrazione in un momento così delicato della nostra città sono comunque una sciagura, perché qualche equilibrio il Sindaco devo riconoscere che l’ha rotto, qualche lobbie l’ha esautorata, qualche cosa di diverso l’ha fatto, come restituire il porto alla città. Certo, tutto in modo molto caotico e convulso. Ma soprattutto perché si rischia di consegnare la città di nuovo nelle mani del centrodestra, che in questi ultimi quindici anni ha lasciato solo macerie ad Imperia, arretratezza culturale, sociale e ambientale, impoverimento del bilancio e delle risorse, utilizzate a soli fini elettorali.

I cittadini dimenticano in fretta, i resoconti su ciò che non va e non funziona oggi si sprecano, ma nessuno pare chiedersi da dove proviene tutto ciò, qual è la matrice originaria, il peccato originale. Quasi che i quindici anni precedenti non fossero mai esistiti.

Invece io credo che i cittadini non debbano dimenticare, ma debbano imparare dall’esperienza fatta e dalle cambiali in bianco sottoscritte troppo facilmente. Devono ricordarsi di chi ha fatto cassa devastando il territorio, rendendolo fragile e pericoloso. Devono ricordarsi di chi ha dato l’incarico a Tradeco e a Caltagirone.

Devono chiedersi se opere come il palazzetto dello sport sono state una buona idea o sarebbe stato meglio pensare un po’ più in piccolo e costruire tre palestre utilizzabili da tutti. Devono domandarsi dov’è finita l’area ex Ferriere, quel “meraviglioso” complesso immobiliare che doveva costruire Colussi, e cosa si è investito negli anni per salvare al contrario lo stabilimento Agnesi e i suoi posti di lavoro.

Devono chiedersi perché le strade oggi sono piene di buchi. Poi devono anche chiedersi cosa si aspettavano di ottenere da una coalizione di ex fuoriusciti di destra alleati a un PD ormai bello e senz’anima, forse neppure troppo bello!

La politica ha una sua dignità e una sua logica, al di là di ciò che dicono i 5 Stelle e di quello che ha affermato spesso Capacci. Quel presuntuoso e pretestuoso assunto difeso ad oltranza dal Sindaco e dai suoi in campagna elettorale e anche dopo, il non essere politico e il non esserlo la sua lista, è diventato piano piano la sua condanna.

Non si può amministrare una città capoluogo di provincia senza avere alcuna strategia politica, perché la politica significa pensiero, idee, capacità critica, bisogno e necessità di costruire dei percorsi culturali e di aggregazione sociale nuovi e, al contempo, capacità di asfaltare delle strade o di modificarne la viabilità con criterio. La politica mi piace definirla, prendendo in prestito il verso di una canzone bellissima del mio cantautore preferito Ivano Fossati, “pane e coraggio”!”

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