25 Novembre 2024 12:41

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25 Novembre 2024 12:41

IMPERIA. PORTO TURISTICO. IL TRIBUNALE DI ROMA DICHIARA FALLITA LA “ACQUAMARE” SOCIA AL 33% DELLA “PORTO DI IMPERIA SPA”/ GLI SCENARI

In breve: L'Aquamare Srl, dal capitale sociale di 10 mila euro, ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione, non terminata, del porto turistico di Imperia.

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Nuova scure sul porto di Imperia. La Acquamare Srl, società del gruppo Acqua Antica Pia Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone, che detiene il 33% della Porto di Imperia S.p.A. (di cui sono soci al 33% anche il Comune di Imperia e l’Imperia Sviluppo della famiglia Carli, ndr) è fallita. A decretare il fallimento è stato il Tribunale di Roma che ha convocato per il prossimo 18 maggio l’adunanza dei creditori. L’Aquamare Srl, dal capitale sociale di 10 mila euro, ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione, non terminata, del porto turistico di Imperia. Infatti, subentrò nella compagine societaria della Porto con il compito di realizzare lo scalo turistico che sarebbe dovuto divenire il più “bello del Mediterraneo”.

Così non fu e una mala gestione portò al blocco dei lavori e delle conseguenti inchieste giudiziarie che portarono all’arresto di Caltagirone, poi scarcerato e assolto, a seguito del processo tenutosi a Torino, dall’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Rimarrà dunque onere del Comune di Imperia e della Final, società della famiglia Carli che controlla Imperia Sviluppo, fare i conti con la richiesta di fallimento della Procura di Imperia della Porto di Imperia S.p.A. oggi all’attenzione della Corte di Cassazione a seguito della sentenza della Corte di Appello che ha annullato il provvedimento.

Inoltre il prossimo 20 ottobre il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi in merito al ricorso contro la decadenza della concessione alla Porto S.p.A. a seguito del pronunciamento del T.A.R. che ha dato ragione al Comune. Oggi il porto turistico di Imperia è affidato alla Go Imperia che paga un affitto di azienda alla Porto di Imperia S.p.A. malgrado quest’ultima non sia più titolare della concessione demaniale marittima.

 

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