Non sono mancate le polemiche, ieri pomeriggio, in occasione dell’inaugurazione del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Faravelli. All’origine dei malumori la doppia inaugurazione, sabato per autorità civili e militari, con tanto di guide e approfondimenti, e domenica per i normali cittadini, senza però troppi fronzoli. Una suddivisione che ha fatto storcere il naso a molti, soprattutto perché mai ufficialmente comunicata dal Comune di Imperia e giustificata, solo successivamente, con la carenza di spazio e posti a sedere (“l’inaugurazione di sabato era a invito”).
Il risultato è che decine di persone nella giornata di ieri, accorse per l’inaugurazione del Museo, sono rimaste fuori da Villa Faravelli in quanto tutti i posti disponibili erano già stati assegnati su prenotazione. E basta vedere le prime file, con la “famiglia” Scajola (Claudio, la moglie Maria Teresa e il nipote Marco) e l’ex Sindaco Sappa da una parte e il Sindaco Carlo Capacci, il Prefetto, il Capitano dei Carabinieri e il presidente della Provincia Fabio Natta dall’altra, per capire, in un certo senso, il perché di tante polemiche.
“Hanno fatto un’inaugurazione per i cittadini di serie A e una per i cittadini di serie B”. Questa, in sintesi, la considerazione più inflazionata tra coloro che ieri sono rimasti delusi, fuori dal Museo e certificata da un post polemico dell’ex assessore alla Cultura del Comune di Imperia Sara Serafini: “La ‘gente’ si lamenta (addirittura con me!) della doppia inaugurazione di Villa Faravelli, quella di ieri per i cittadini di serie A e quella di oggi per i cittadini di serie B. Personalmente io (che quella collezione l’ho staccata dal muro, imballata e ritirata insieme allo staff dell’ufficio cultura) ci andro’pagando il biglietto perche’la cultura ne ha bisogno. E perche’mi piace essere cittadina di serie C pagante“.
Un post, quello dell’ex assessore, che per altro ha ottenuto anche il “mi piace” del consigliere comunale del Pd Fiorenzo Marino, a dimostrazione del fatto che probabilmente qualche problema di organizzazione, o comunicazione, forse, c’è stato.