Tra i principali impegni della GoImperia, società in house providing della Città di Imperia, c’è quello di far rinascere il Porto della Città rivitalizzandolo con azioni positive per la promozione della propria immagine e della funzione del Porto nel territorio, che la pongono a diretto contatto con la cittadinanza, con gli utenti del porto e con gli operatori di settore.
L’insieme dei fattori conseguenti al Fallimento della Porto di Imperia Spa e, recentemente, di Acquamare Srl hanno causato l’allontanamento emotivo ed anche fisico dei cittadini dal porto provocando, nell’immaginario collettivo degli stessi, il disamoramento di una delle possibili nuove risorse economiche della Città.
Se aggiungiamo la mala gestio del porto e le vicende giudiziarie che ne sono conseguite è facile comprendere come l’immagine del porto sia cambiata negli ultimi anni: il porto ormai era un’entità che, se non ricordata con stereotipi, era assente dall’immaginario comune ovvero presente in negativo, attraverso esternalità negative ad esso legate, come le assurdità progettuali, gli abusi, le “sub” “sub” sub concessioni, gli atti illegittimi, la privatizzazione degli utili e il patimento solidale delle promesse mai mantenute.
A contribuire a un’immagine negativa del porto della Città di Imperia è il fatto che il suo impatto economico non investe la Città ma tende a interessare aree extracomunali con pochissime ricadute sul commercio, sul lavoro, sul turismo e, più in generale, sui flussi di cassa imperiesi.
Tra porto, città e territorio si è creata, netta, una distanza oltre che fisica, sociale e culturale e si è dovuto iniziare a riflettere sulla realtà che, contrariamente ai proclama del passato, il porto non ha mai significato un aumento proporzionale del valore aggiunto e dei benefici provenienti dalla gestione del bacino portuale di Oneglia e, soprattutto, di Porto Maurizio.
GoImperia, nel percorso intrapreso di gestione temporanea finalizzata all’acquisizione e gestione permanente, non si vuole limitare solo allo sviluppo economico, ma anche e soprattutto rilanciare il rapporto tra porto e territorio, a tutela dei caratteri identitari del porto e della città.
A ciò dovrebbero contribuire anche gli utenti del porto che, acquistando da una società oggi fallita un diritto di godimento “appiccicato” a una subconcessione rilasciata da altra società fallita, hanno la possibilità di veder tutelato il loro investimento grazie alla GoImperia.
Ciò non sta accadendo e sabato 6 febbraio u.s. l’APPI riferisce di aver deliberato e formalizzato l’incarico ai propri legali per la redazione di una diffida che, “… a nome e per conto dell’Associazione […] in persona del Presidente in carica (Arch. Maria Sorbo) …” su carta intestata dello studio legale che assiste l’associazione, venne già recapitata all’attenzione del Sindaco e alla GoImperia il 02 febbraio 2016
L’APPI, così come tutti gli utenti del porto, sono sempre stati ascoltati dalla GoImperia e le ultime trattative, con l’attuale CdA e il vicesindaco Zagarella, hanno consentito le integrazioni contrattuali rispettose dei desiderata degli utenti del porto e adesive all’auspicata regolarizzazione delle posizioni degli utenti del porto.
Moltissimi utenti del porto non pagano gli oneri di gestione richiesti sin dal 2014. V’è da chiedersi, pertanto, cosa sia illegittimo, riprovevole e risarcibile.
Ciò detto, il 31 gennaio sono scaduti i termini assegnati agli utenti del porto non in regola con la sottoscrizione del contratto di ormeggio per l’ottemperanza a quanto richiesto.
Con sentenza n° 24/2016 del 14 gennaio ’16 il Tribunale di Roma ha dichiarato il Fallimento della Società Acquamare Srl e con cui gli utenti del porto sottoscrissero il “contratto di sub concessione avente ad oggetto il diritto di godimento – fruizione di posti barca e loro pertinenze funzionali, nell’ambito dell’approdo per naviglio da diporto”.
Pende presso la Corte di Cassazione il giudizio relativo al Fallimento della Porto di Imperia SpA e il pronunciato fallimento di Acquamare acuisce le criticità relative allo stato di insolvenza delle predette società.
Nell’incertezza delle vicende giudiziarie relative all’approdo turistico della Città di Imperia, la GoImperia Srl, (società interamente partecipata dal Comune), ha consentito la gestione in continuità del porto e ha tutelato chi aveva stipulato atti inerenti a diritti personali di godimento in vigenza della decaduta concessione demaniale marittima che fu della Porto di Imperia SpA.
A tal riguardo, il Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi il prossimo 20 ottobre sul ricorso presentato in merito alla sentenza del TAR Liguria sulla decadenza relativa alla concessione demaniale marittima ma il fallimento di Acquamare potrebbe far slittare ulteriormente il giudizio.
Si sono sollecitati i moltissimi utenti del porto non in regola con i contratti di ormeggio adottati a seguito delle delibere di Consiglio Comunale affinché ottemperassero all’unica certezza di veder salvaguardato il loro posto barca.
A tutt’oggi ciò non è accaduto ed è per questo che la GOImperia ha iniziato a notificare le prime istanze di sgombero al fine di porre rimedio ad una intollerabile situazione di irregolarità e ai mancati introiti derivanti dalla sola richiesta degli oneri di gestione.
Tali istanze inviate, per competenza, all’Autorità giudiziaria che potrà esprimersi sulle palesi violazioni al codice della navigazione e su quegli illeciti penali che dovessero emergere dalla valutazione delle condotte degli utenti non in regola con la partecipata comunale conseguiranno da parte della GOImperia l’adozione di ogni strumento di tutela per il recupero del credito vantato nei confronti di chi, pretestuosamente, si è sempre rifiutato di corrispondere quanto dovuto.