Si è aperto ufficialmente ieri mattina, giovedì 11 febbraio, il processo che vede l’ex segretario generale del Comune di Imperia sul banco degli imputati con l’accusa di abuso d’ufficio per l’affidamento, senza gara d’appalto, delle spiagge libere attrezzate negli anni 2007, 2008 e 2009.
Secondo l’accusa, rappresentata dal PM Alessandro Bogliolo, Calzia, difeso dall’avvocato Erminio Annoni, avrebbe “intenzionalmente procurato ai gestori di spiagge libere attrezzate ubicate nel territorio del Comune di Imperia un ingiusto vantaggio patrimoniale”.
In particolare, le contestazioni si “riferiscono a tre concessioni demaniali marittime relative a spiagge libere attrezzate, di cui era titolare il Comune di Imperia, la cui gestione, secondo l’ipotesi di reato, veniva affidata agli operatori privati senza esperimento di alcuna gara pubblica, ma con affidamento della gestione tecnica ex art. 45 bis codice della navigazione, senza che i gestori rimborsassero al Comune di Imperia il canone demaniale che il Comune era tenuto a versare allo Stato o lo versassero solo in minima parte, con ciò violando le norme in materia di appalti pubblici“.
In aula questa mattina sono stati ascoltati i testi del PM, l’ispettore della Polizia Postale Ivan Bracco, a cui vennero affidate le indagini, e l’ex Sindaco di Imperia Luigi Sappa.
IVAN BRACCO
“Nell’ambito di un’indagine avevamo riscontrato che sull’assegnazione delle tre spiagge libere attrezzate del Comune di Imperia non risultava alcuna procedura ad evidenza pubblica. Al contrario le spiagge erano state affidate a soggetti che avevano presentato una domanda per l’affidamento diretto. Un affidamento diretto che si era concretizzato attraverso un rinnovo delle concessioni già in essere. Ditte individuali o società presentavano la domanda al Comune e il Comune procedeva all’assegnazione. Il concessionario delle spiagge era il Comune stesso”.
“Le spiagge erano tre, a Borgo Marina, a Borgo Foce e a Borgo Prino. Le spiagge di Borgo Marina e di Borgo Foce erano tra le migliori di Imperia, in quanto ubicate in località turistiche di pregio. Le spiagge erano gestite dagli stessi soggetti da anni e dal 2006 al 2010 vennero assegnate sempre con la stessa modalità del rinnovo. I soggetti interessati inviavano al Sindaco una richiesta per poter ottenere un’autorizzazione in base all’articolo 45 bis. Il Sindaco o il dirigente autorizzavano, dando una sorta di nulla osta, e il dirigente del settore porti e demanio procedeva con il rilascio della concessione. In alcuni casi fu il dirigente a firmare il nulla osta, in altri fu il Sindaco”.
“Dopo il 2010 ricordo che vi fu la prima gara e che a riguardo venne aperto un procedimento penale per turbativa d’asta”.
L’avvocato difensore di Paolo Calzia, Erminio Annoni, fa presente all’Ispettore Ivan Bracco che nel 2010, ultimo anno in cui si procedette con l’assegnazione delle spiagge senza gara il Sindaco era Paolo Strescino e l’assessore al Demanio Gianfranco Gaggero e che furono loro a firmare il nulla osta. Annoni chiede perché non siano mai stati iscritti nel registro degli indagati.
“Non lo so, non lo deve chiedere a me – ha risposto Bracco – Io non faccio il PM”.
LUIGI SAPPA
“Mi sono occupato delle spiagge libere attrezzate nel senso che sono venute alla mia attenzione e della Giunta Comunale quando le concessioni delle spiagge in questione, rilasciate nel 1990, nel 1991 e nel 1997, vennero a impattare con il nuovo codice degli appalti nel 2006. L’allora assessore al Demanio Paolo Re portò il problema all’attenzione della Giunta. Nell’aprile del 2007 la Giunta deliberò le linee di indirizzo per l’affidamento delle spiagge libere attrezzate con bando di gara. Delibere di indirizzo che vennero inviate al settore Porti e Demanio. Nè l’ufficio contratti, nè l’ufficio porti, però, predisposero mai un ipotetico bando. Il motivo? C’era un conflitto di competenze tra il settore Porti e il settore Contratti. In secondo luogo non esisteva un piano dei lidi. Il Comune era consapevole di non poter gestire direttamente le spiagge”.
“L’argomento fu motivo di attrito tra l’allora assessore competente e il dirigente del settore Porti e Demanio. Vi fu uno scambio epistolare molto acceso. L’assessore riteneva non fosse corretto assegnare le spiagge senza bando di gara e invitò più volte gli uffici a predisporlo. In realtà gli uffici non lo predisposero mai”.
“Dal 2007 al 2009 c’era la consapevolezza di dover procedere a una gara per l’assegnazione delle spiagge. L’ufficio Porti riceveva la richiesta di rinnovo e istruiva la pratica. Nel mio ufficio di Sindaco non è mai pervenuta una richiesta di rinnovo della concessione, questo perché era una pratica di competenza dell’ufficio porti e demanio e il Sindaco non aveva titolo a rilasciare alcunché. Ci sono tre nulla osta firmati dal segretario generale Calzia? Il segretario generale non può firmare per conto del Sindaco. Non ho mai visto nessun documento. Il segretario mi parlò a suo tempo del procedimento, però del nulla osta non credo ritenesse opportuno parlarmene. Canoni non pagati? Io non ho mai saputo nulla a riguardo”.
“Le tre spiagge? Erano una al Prino, una alla Foce e una Borgo Marina. Non erano spiagge appetibili, perché comunque assegnate per un periodo limitato. Lamentele del dirigente del settore Porti e Demanio Lunghi? No, non venne mai a lamentarsi con me, neanche dopo lo scontro con l’assessore. Era una procedura che gestiva autonomamente. Credo che tutto l’iter con i gestori avvenisse presso l’ufficio demanio”.
“Il Comune non gestiva le spiagge perché non aveva alcun interesse a gestirle. Non ricavava infatti nessuna utilità. Prova ne sia che le spiagge sono rimaste per un pò di anni non gestite. Il Comune non aveva né personale né mezzi per gestire le spiagge. La concessione veniva materialmente firmata dal dirigente Lunghi e il la Giunta gli diede nel 2006 l’incarico di predisporre una gara d’appalto per l’affidamento delle spiagge”.