E’ di nuovo il momento clou del Progetto di raccolta dell’allumInio, un progetto proposto a livello nazionale dal Consorzio Italiano Alluminio, CIAL e realizzato ad Imperia dall’Ass. Garabombo l’invisibile per il Commercio Equo e Solidale e dall’Ass. Italiana Amici di Raoul Follereau, Gruppo di Imperia.
Un progetto che coinvolge da 13 anni tutti e 4 gli Istituti del Polo Tecnologico Imperiese, la scuola primaria di Diano San Pietro e molti cittadini e che quest’anno si inserisce nella settimana di flessibilità della scuola.
Il prezioso metallo è eterno e puo’ quindi all’infinito diventare qualcos’altro e non rimanere come elemento deturpante nell’ambiente.
Il progetto, presentato ad ogni inizio anno nelle classi prime delle scuole aderenti, si pone diversi obiettivi:
– quello educativo, mostrando il valore della raccolta differenziata, del riuso, del rispetto dell’ambiente, soprattutto il grande valore del piccolo e quotidiano gesto del singolo;
– quello di dare un concreto contributo all’ambiente;
– infine quello di sostenere un progetto umanitario: il progetto di Riabilitazione su Base Comunitaria per disabili che l’A.I.FO. sostiene in Mongolia (anch’esso illustrato con immagini agli studenti): questo è il valore aggiunto del progetto proposto dal CIAL.
Quest’anno la sistemazione dei tantissimi sacchi raccolti e stoccati in un capannone gentilmente concesso dall’Amministrazione e sito dietro il Campo di Atletica “Lagorio”, sarà un lavoro ancora più impegnativo, perchè si pensa di superare il record della mezza tonnellata di alluminio e sarà svolto martedi’ 16 febbraio dalle ore 8.30 alle ore 12.30 da studenti dell’ITIS G. Galilei, dell’ITT T. Hambury e dell’ITNautico Doria coordinati dai referenti delle due Associazioni, Michele Rovere di Garabombo e Susanna Bernoldi dell’Aifo.
Ricordiamo le parole di Gandhi: “Sii tu il cambiamento che vorresti nel mondo”.
A noi educatori il compito di dimostrare ai nostri ragazzi l’importanza delle proprie scelte, dell’agire, dell’essere protagonisti per “fare della propria vita qualche cosa che vale” (R. Follereau).
C.S.