La Procura della Repubblica di Imperia ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio dell’ex dirigente del dipartimento di Medicina Legale dell’Asl 1 Imperiese Simona Del Vecchio, 54 anni, accusata di peculato, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato. L’inchiesta della Guardia di Finanza di Imperia condotta dal Procuratore aggiunto Grazia Pradella e dal sostituto Marco Zocco ha permesso di far emergere il discutibile presunto “modus operandi” della Del Vecchio e di altri 11 indagati tra medici e operatori delle camere mortuarie, tra cui cui anche due in pensione. Nel dettaglio alla Del Vecchio, sono contestate decine di mancate visite necroscopiche che l’indagata avrebbe dichiarato di aver svolto. Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno posizionato un dispositivo gps sotto la macchina di servizio della Del Vecchio registrando così tutti i suoi spostamenti e comprovando le mancate visite fatte poi risultare attraverso la compiacenza di titolari e dipendenti di pompe funebri.
Nell’ordinanza di sospensione dal servizio per dieci mesi chiesta dal PM il giudice Massimiliano Botti ricorda anche il caso relativo alla modica del certificato di morte di una donna, ospite della casa di riposo Don Orione, deceduta a seguito di un trauma cranico causato da una caduta mentre le operatrici la stavano spostando affinché si potesse procedere alla sepoltura evitando la segnalazione alla Procura della Repubblica. Il merito il giudice scrive: “L’indagata pertanto sostituisce il certificato preesistente formandone uno diverso che, non menzionando la causa violenta dell’ematoma che ha determinato la morte della donna, avrebbe potuto consentire l’emissione da parte dell’ufficiale dello stato civile dell’autorizzazione alla sepoltura”.
In sede di perquisizione negli uffici dell’Asl furono rinvenuti e sequestrati ben 29 certificati medici firmati in bianco dalla Del Vecchio tra cui 3 certificati necroscopici, 10 attestazioni di assenza di malattie infettive e diffuse, 10 certificati per il trasporto delle salme all’estero e 6 certificati per la cremazione.
LE ACCUSE A SIMONA DEL VECCHIO
– Peculato: per l’indebito utilizzo dell’autovettura di servizio assegnata.
– Truffa ai danni dello Stato: per false certificazioni prodotte attestanti lo svolgimento dell’attività di servizio.
– Falso ideologico: per aver certificato la morte di alcune persone trovandosi in altro luogo nel momento della redazione del prescritto certificato.