Il processo per truffa ai danni dello Stato relativo al porto turistico di Imperia approderà in Corte d’Appello il prossimo 29 novembre. In primo grado, lo ricordiamo, tutti gli imputati sono stati assolti con sentenza pronunciata il 7 novembre del 2014 dal Tribunale di Torino. Il motivo? Il fatto non sussiste.
Il Pm Giancarlo Avenati Bassi aveva chiesto pene pesantissime, in particolare per Francesco Bellavista Caltagirone, per il quale era stata chiesta una condanna a 8 anni di carcere.
Nove in totale (dopo l’uscita di scena di Gianfranco Carli) gli imputati, sette dei quali accusasi di truffa ai danni dello Stato: Francesco Bellavista Caltagirone, patron di Aquamarcia e Acquamare, Delia Merlonghi (ex amministratore delegato di Acquamare Srl), Carlo Conti (ex direttore generale della Porto di Imperia Spa), Paolo Calzia (ex presidente della Porto di Imperia Spa ed ex Segretario Comunale ad Imperia), Andrea Gotti Lega (ex membro del cda di Acqua Marcia e Porto di Imperia Spa), Domenico Gandolfo (ex presidente Porto di Imperia Spa) e Stefano Degl’Innocenti.
L’architetto Emilio Morasso, invece, era accusato di falso, mentre Ilvo Calzia (ex dirigente del settore urbanistica del Comune di Imperia, oggi dirigente al Patrimonio) di abuso d’ufficio.
Il Pubblico Ministero Giancarlo Avenati Bassi ha presentato ricorso contro la sentenza di assoluzione definendo “gravissimo il ribaltamento attuato dal Tribunale”, così come il Comune di Imperia, rappresentato dall’avvocato Boggio di Genova (“Gli imputati con le loro azioni delittuose hanno impedito di giungere al completamento delle opere, traendone notevole profitto”) e l’Appi, l’associazione che rappresenta i titolari di posto barca del porto di Imperia.