Il preside dell’Ipc, Paolo Auricchia, ha inviato alla nostra redazione una nota in risposta all’articolo apparso questa mattina sul nostro giornale relativo a una lettera inviata al Provveditore da alcuni genitori. Nella missiva vengono denunciati fatti gravi avvenuti a scuola, in particolare minacce, furti e registri lanciati dalla finestra. “I nostri figli hanno paura di andare a scuola” lamentano i genitori degli alunni della classe 1ªB.
La replica del preside difende ovviamente l’operato della scuola (“abbiamo tante classi che funzionano e studiano proficuamente e una classe problematica dal punto di vista disciplinare“) e critica la lettera, per i termini utilizzati (“contiene un gran numero di espressioni fuori misura nel tono e nella sostanza“) e per i contenuti (“I genitori autori della lettera non hanno capito che in molti casi il comportamento di questi nostri ragazzi a scuola riflette l’educazione che hanno ricevuto in famiglia”).
LA REPLICA DEL PRESIDE AURICCHIA
“In merito alla lettera dei genitori degli alunni di 1B Ipc, pubblicata oggi su Imperiapost e contenente un gran numero di espressioni fuori misura nel tono e nella sostanza, vorrei fare presente, in qualità di Dirigente scolastico della scuola, che al Professionale per il commercio abbiamo tante classi che funzionano e studiano proficuamente e 1 classe problematica dal punto di vista disciplinare”.
“I Docenti, il Dirigente, la Scuola, e il anche il Provveditorato, sono perfettamente consapevoli di questa situazione, che hanno cercato in ogni modo di correggere. Non si contano le riunioni del Consiglio di classe tenute nei mesi scorsi, e non si contano i provvedimenti disciplinari anche pesanti (sospensioni prolungate) presi a carico degli alunni più indisciplinati.
Perché questo può fare la scuola: azione educativa (a supporto delle famiglie!) e sanzioni disciplinari. Di più non può fare. Non può cacciare gli alunni, neppure i più problematici. La scuola è luogo di accoglienza, di dialogo, di recupero, di tolleranza.
I due genitori (2!) autori della lettera, che con presunzione alzano il dito accusatorio, non l’hanno capito. Come non hanno capito che in molti casi il comportamento di questi nostri ragazzi a scuola riflette l’educazione che hanno ricevuto in famiglia. Da ultimo vorrei esprimere meraviglia di come un organo di informazione possa pubblicare alla leggera lettere dai toni diffamatori, verso persone e istituzioni, senza preoccuparsi di verificare i contenuti e contestualizzare le situazioni”.