La Tecnis, azienda a cui sono stati affidati i lavori di completamento del raddoppio ferroviario nella tratta Andora- San Lorenzo al Mare “sarebbe asservita alla famiglia catanese di Cosa Nostra”. Un’accusa pesantissima quella rivolta al gruppo catanese Tecnis di Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, attivo nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali in Italia e all’estero dagli investigatori del Ros dei Carabinieri.
La sezione misure di prevenzione del tribunale di Catania ha ordinato la nomina di un amministratore giudiziario (“per risanare e reimmettere nel mercato l’azienda, in modo che possa operare nel rispetto delle regole ed al riparo da interventi della criminalità organizzata“) e il sequestro delle azioni delle tre società che compongono il gruppo Tecnis (Artemis spa, Cogip holding e Tecnis spa), un’operazione da un miliardo e mezzo di euro.
Secondo gli inquirenti le società del gruppo Tecnis avrebbero “consentito agli esponenti apicali dell’organizzazione di governare in qualche modo l’indotto, ottenendo sub appalti e forniture a imprese vicine alla organizzazione mafiosa ed accrescere il proprio potere e prestigio anche presso le famiglie palermitane, consentendo ad imprese loro vicine di infiltrare il settore delle commesse pubbliche”.
La Tecnis era già finita nel mirino della Magistratura nell’ottobre scorso. Nell’ambito di un’indagine della Procura di Roma sulle tangenti per gli appalti dell’Anas, era stati arrestati i due proprietari del gruppo, Costanzo e Lo Giudice, cioè i due proprietari di Tecnis.
E proprio i problemi giudiziari della Tecnis sarebbero in parte la causa dell’ulteriore rallentamento nella tanto attesa apertura al traffico ferroviario del raddoppio Andora-San Lorenzo al Mare. Alla Tecno vennero affidati da Rfi i lavori per il completamento delle gallerie naturali e artificiali del raddoppio nel maggio del 2012, dopo l’addio a Ferrovial, per un importo di oltre 30 milioni di euro. In questi anni i lavoratori della Tecnic hanno più volte protestato a Imperia, con scioperi e sit in sotto la Prefettura, per via del ritardo nel pagamento degli stipendi.