23 Novembre 2024 13:42

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23 Novembre 2024 13:42

CASELLI A IMPERIA. IL MAGISTRATO AGLI STUDENTI: “QUANDO LA MAFIA UCCISE FALCONE E BORSELLINO, PARLAI CON LA MIA FAMIGLIA E…”/L’INCONTRO

In breve: Giancarlo Caselli questa mattina è tornato a Imperia, grazie all'associazione, Libera, al Polo Universitario di via Nizza. Cinquantanni di carriera riassunti in una lezione che ha appassionato studenti e insegnanti dell'Istituto Nautico e del Ruffini

collage_caselli a imperia

Giancarlo Caselli questa mattina è tornato a Imperia, grazie all’associazione, Libera, al Polo Universitario di via NizzaCinquantanni di carriera riassunti in una lezione che ha appassionato studenti e insegnanti dell’Istituto Nautico e del Ruffini, presentando il suo libro “nient’altro che la verità”. Dalle Brigate Rosse al primo pool anti-terrorismo, dalle morti di Falcone e Borsellino al trasferimento alla Procura di Palermo. 

“NON FIDATEVI TROPPO DI ME”

“Non fidatevi troppo di me – ha esordito Caselli davanti agli studenti – Ascoltatemi, ma tenendo ben presente che parleremo di problemi, legalità, terrorismo, mafia, che sono molto controversi, in relazione ai quali esistono opinioni divergenti. Ascoltatemi, ma ricordatevi che io esprimo la mia opinione, ve ne sono anche altre, cercatele, discutetene, e scegliete voi con la vostra testa quella che vi sembra la più giusta”.

https://www.youtube.com/watch?v=JYFLXLQ62xI

“LE BRIGATE ROSSE” E IL PRIMO “POOL”

“Sono stato magistrato per 47 anni, adesso sono in pensione. In questo mezzo secolo ho fatto tanti mestieri all`interno della categoria Magistrato. Il primo a Torino, il Giudice Istruttore, occupandomi del terrorismo cosiddetto ‘rosso’, di sinistra, Brigate Rosse e Prima Linea, prima da solo e successivamente in pool, in gruppo, in team con altri Magistrati.
Pool è una parola che avrete sentito soprattutto con riferimento all’antimafia di Falcone e Borsellino
. Il pool dei giudici istruttori Falcone e Borsellino e degli altri Magistrati che lo hanno composto è il più famoso, ma il primo pool è torinese, sul versante dell’antiterrorismo, e nasce quando le Brigate Rosse uccidono a Genova il Procuratore Generale Coco e gli uomini della scorta Saponara e Deiana.
La Cassazione assegna questo processo a Torino e questo processo finisce sul mio tavolo, visto che io di Brigate Rosse mi stavo già occupando da tempo, ma il mio capo, il dirigente, un grande Magistrato, mi chiama nel suo ufficio e mi dice ‘questo processo lo fai tu, perché di Brigate Rosse dovresti oramai capirne qualcosa, ma non lo farai da solo, ma con altri due colleghi’. Io chiesi e perché e lui in sostanza mi disse: ‘Perché le Brigate Rosse hanno iniziato ad uccidere e noi abbiamo un unico compito, finire di fare i processi. Se uccidono uno di voi, ne restano due che possono andare avanti, se sei tu da solo il processo muore e il processo si ferma e noi non ce lo possiamo permettere’. Così cominciano i pool”.

https://www.youtube.com/watch?v=6u2dmdd0fQw

LA MAFIA, FALCONE E BORSELLINO

“Immaginate il clima quando a Palermo avvennero le stragi del 1992. Il 23 maggio 1992 ci fu Capaci. Capacci è un km e mezzo di autostrada polverizzato. Un attentato di potenza criminale bestiale, feroce. Muoiono Falcone, la moglie e coloro che erano con loro per proteggerli. Neanche due mesi dopo, nella civilissima, nonostante tutto, Palermo, una della capitali d’Europa, un’autobomba, una domenica, trasforma Palermo in Beirut. Due tragedie di portata criminale enorme, ma anche di portata politica straordinaria, perché temiamo tutti in quel momento che la democrazia sia in pericolo, che stia crollando sotto i colpi dello stragismo mafioso, che vorrebbe sostituire la democrazia con qualcosa di infame, uno stato-mafia.
Io mi chiedo, come tantissimi italiani, che hanno l’etica della responsabilità, che cosa si può fare, soprattutto che cosa posso fare io personalmente. Parlandone con i miei familiari decido di chiedere di essere trasferito da Torino a Palermo per dirigere quella Procura. Faccio domanda, il Csm mi nomina Procuratore Capo a Palermo e comincia la mia attività nell’antimafia”.

https://www.youtube.com/watch?v=1ftEtaFjW84

BRIGATE ROSSE, PRIMA LINEA E MAFIA

“Brigate Rosse e Prima Linea in quegli anni non solo uccidevano tante persone, ma gambizzavano. Gambizzare significava sparare nelle gambe, ma sostanzialmente significava rendere una persona storpia per tutta la vita. Le loro vittime erano persone che non conoscevano neanche, semplicemente erano state individuate come simboli del potere da abbattere. In tutte le categorie, capifabbrica, dirigenti industriali, magistrati, poliziotti, carabinieri, agenti di polizia penitenziaria, giornalisti.
La mafia è un’altra cosa, è criminalità organizzata. Il suo scopo è intimidire per assoggettare, sopraffare, imporre il proprio potere. Anche in questo caso con l’uso della violenza, ma non solo con la violenza, ma con tutti i mezzi che possono convincere qualcuno a non dare fastidio, fino ad eliminarlo. La violenza è spesso considerata fenomeno di mafia, ma non c’è solo la violenza. Anche attività di intimidazione sotterranee, la minaccia, la suggestione. E poi la corruzione e infine, appunto, la violenza per chi non sta a un certo percorso. L’obiettivo non è disvelare la realtà politica a qualcuno per scatenare la rivoluzione, come era per Brigate Rosse e Prima Linea, ma conseguire vantaggi concreti in termini di potere, soprattutto economico. Arricchire, arricchire e ancora arricchire”.

https://www.youtube.com/watch?v=HTMzEt8OzAo

LA LEGALITA’

“La piattaforma che unisce è la legalità come convenienza, la legalità come qualche cosa che se ce n’è si vive meglio. Quando si tratta di giovani come quelli di stamattina ci sono maggiori prospettive di un futuro migliore, che valga maggiormente la pena di essere vissuto, che dia più speranze, che dia maggiori occasioni di felicità, letteralmente, senza esagerazioni. Abbiamo parlato in quest’ottica di criminalità economica, evasione fiscale, corruzione, economia illegale mafiosa, rispettivamente 125 miliardi di euro l’anno, 60 miliardi di euro l’anno, 150 miliardi di euro l’anno, totale 330 miliardi di euro che ogni anno ci vengono rapinati.
Un impoverimento colossale della nostra comunità e dunque di ciascuno di noi. Una sottrazione di risorse, che nel momento in cui non le abbiamo la nostra vita peggiora, mentre se le avessimo, automaticamente la nostra vita migliorerebbe. Più legalità, uguale recupero di ricchezza,  recupero di reddito, recupero di opportunità, recupero di risorse, maggiori possibilità di risolvimento dei problemi economico-sociali che ci affliggono, migliore distribuzione delle risorse e più giustizia sociale. Tutte cose che dimostrano che la legalità paga, che non è questione di guardie e ladri, che non è questione di cui noi cittadini possiamo disinteressarci, più ce ne occupiamo e più facciamo il nostro interesse. La legalità non è soltanto cosa buona e giusta, azione teorica astratta, ci tocca da vicino, riguarda il nostro futuro. I ragazzi sono molto sensibili”.

“Da un punto di vista totalmente generale ed astratto, ci vuole professionalità, rigore, attenzione a non lasciarsi sfuggire possibilità di intervenire con correttezza, nel rispetto naturalmente delle prove, su versanti che sono molto pericolosi, insidiosi, per la democrazia, per la vita pubblica, nelle sue componenti, civile, sociale, economica, politica, Guai a sottovalutare, ma ci vogliono sempre le prove”.

https://www.youtube.com/watch?v=SNVWtMVfcOI

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