L’adesione del Comune di Imperia alla strategia “Rifiuti Zero”, formalizzata con il voto favorevole del consiglio comunale, ha scatenato una vera e propria diatriba interna alla maggioranza. A levare gli scudi contro l’atto approvato in consiglio i consiglieri comunali di Imperia Cambia, i cosiddetti “dissidenti”.
Dopo il voto contrario in consiglio, Paolo Re, Susanna Palma e Natalia Riccò (Ester D’Agostino ha preferito non prendere posizione sull’argomento) hanno deciso di approfondire ulteriormente il tema con la preziosa collaborazione di Francesca Antonelli, consigliere comunale di “Sanremo Attiva” e referente regionale del “Movimento Nazionale LIP Rifiuti Zero“.
Una liaison nata con l’intento di “salvaguardare la salute” dei cittadini, come hanno raccontato a ImperiaPost, nel corso dell’incontro tenutosi presso la nostra redazione, alla presenza di Francesca Antonelli, Enrico Cenderelli (Sanremo Attiva), Paolo Re e Natalia Riccò.
“La delibera approvata dal consiglio comunale di Imperia lascia aperta la strada a percorsi non a ‘rifiuti zero’, soprattutto dopo la bocciatura dell’emendamento presentato dai colleghi di Imperia Cambia – spiega Francesca Antonelli – Il biodigestore (nascerà a Colli, ndr) previsto dall’atto approvato dal consiglio prevede la combustione del biogas. Bruciare il biogas, però, è pericoloso. Durante la combustione li liberano sostanze tossiche che sono cancerogene. E’ bene che la gente lo sappia. Le emissioni sono nocive per la salute. Ci sono medici stimati a livello nazionale che lo sostengono da anni. L’impianto di Colli è sovradimensionato, così come la discarica. E’ un progetto ormai anacronistico. A Taggia e Sanremo hanno già preso coscienza del problema, è ora che lo faccia anche Imperia.
La soluzione alternativa? Un separatore di rifiuti piccolo, modulare, che accompagni la diminuzione della produzione di rifiuti, e la costruzione di tre impianti di compostaggio aerobico. In Europa il compost è considerato un prodotto di qualità”.
Il Gruppo Imperia Cambia nel corso dei precedenti consiglio comunali aveva votato favorevolmente alla realizzazione dell’impianto biodigestore di Colli. Ora, però, la posizione dei quattro consiglieri sembra essere cambiata radicalmente.
“Avevamo partecipato a una riunione di maggioranza con alcuni tecnici specializzati – spiegano Re e Riccò – Ci era stata detto che il progetto del biodigestore era sicuro e non presentava problemi per la salute dei cittadini. Quando abbiamo votato favorevolmente al biodigestore in consiglio lo abbiamo fatto per fiducia verso il Sindaco Capacci. Quando però abbiamo letto le motivazioni della Commissione parlamentare d’Inchiesta sul ciclo rifiuti dopo la missione a Imperia e abbiamo letto la delibera sulla strategia ‘Rifiuti Zero’ da approvare in consiglio abbiamo iniziato a documentarci e siamo arrivati a cambiare diametralmente opinione. Ma qui la politica non c’entra. Si tratta della salute dei cittadini”.
Al termine dell’incontro della nostra redazione Francesca Antonelli e il gruppo Imperia Cambia hanno consegnato due note stampa differenti sull’argomento biodigestore e “Rifiuti Zero”.
FRANCESCA ANTONELLI
“Intervengo nel dibattito In corso nel Comune di Imperia relativamente alle future strategie di gestione dei rifiuti, in primo luogo come cittadina della Provincia che conosce ed è interessata al problema, poi come Referente regionale del “Movimento Nazionale Legge d’Iniziativa Popolare Rifiuti Zero”. Intervengo perché a questo punto è doveroso che qualcuno sottolinei il fatto che l’amministrazione di Imperia ha approvato nel giro di forse neanche un mese, due atti che sono tra loro in inconciliabile conflitto.
Dapprima il Consiglio comunale di Imperia conferma infatti il suo totale appoggio alla linea della Provincia, che prevede la costruzione di un impianto provinciale in località Colli, costituito da separatore, biodigestore e discarica di servizio. Poi, ieri sera, vota una delibera per aderire alla strategia “Rifiuti Zero”.
Occorre davvero essere molto chiari e onesti con i cittadini: le due cose sono tra loro incompatibili. Non si può essere a favore del mega impianto di Colli che brucia tutto il biogas prodotto e della relativa mega discarica e, nello stesso tempo, essere “Rifiuti Zero”.
Molto semplicemente perché la strategia Rifiuti Zero non ammette un impianto come quello di Colli.
E allora le possibilità sono due: o non è vero che il Comune di Imperia intende appoggiare l’attuale progetto della Provincia, o la delibera “Rifiuti Zero” è solo un atto di facciata. Da quello che è successo ieri in Consiglio comunale, è evidente che è vera la seconda opzione.
Perché? Perché il Consiglio comunale di Imperia ieri sera ha respinto un emendamento alla delibera “Rifiuti Zero” che, correttamente, mirava a puntualizzare l’impiantistica ammessa da tale strategia di gestione. Emendamento che, se approvato, avrebbe esclusa la possibilità di realizzare il biodigestore di Colli, così come oggi risulta dallo stato di progettazione. Quindi non si vuole affatto seguire la strategia “Rifiuti Zero”, ma si intende portare avanti il progetto del biodigestore. E questo i cittadini lo devono sapere.
La strategia “Rifiuti Zero” ammette infatti la possibilità di gestire .la frazione organica dei rifiuti urbani anche attraverso un impianto di digestione anaerobica (un biodigestore), ma impone che il biogas prodotto, non venga bruciato, ma venga raffinato e immesso nella rete del gas cittadino o usato per autotrazione. Al contrario, l’impianto di Colli, brucerà in loco tutto il biometano prodotto. Mi permetto di osservare che ci sarebbero almeno una decina di buoni motivi per essere contrari al progetto di Colli, ma due valgono su tutti: la salute pubblica e .i soldi che tutti noi cittadini andremo a spendere.
Da un lato infatti, una corposa documentazione scientifica evidenzia che la combustione del biogas è estremamente dannosa per la salute umana, a causa delle sostanze tossiche che si producono durante il processo, dall’altro, il Piano Economico Finanziario dell’impianto può mantenersi in equilibrio, solo e soltanto se, per tutti i venti anni di gestione dell’impianto, sarà assicurato Il conferimento di un quantitativo fisso di rifiuti indifferenziati. Solo così il flusso monetario in entrata potrà essere stabile.
Nel caso in cui i quantitativi conferiti fossero minori, le minori entrate, saranno compensate da un aumento della tariffa. La situazione paradossale che si verrà a creare appoggiando contemporaneamente Colli e “Rifiuti Zero” è che, avendo deliberato di ridurre progressivamente il conferimento di rifiuti all’impianto, si produrrà a carico dei cittadini un progressivo aumento delle spese per l’aumento della tariffa di conferimento. Della serie: più i cittadini saranno virtuosi e più pagheranno!”.
E non vi vengano a dire adesso che la situazione è cambiata, perché nero su bianco nessuno ha visto niente. E che il problema esista e sia enorme, Io dimostra il fatto che più di un politico, neanche tanto sottovoce, ha lanciato la proposta di fare arrivare i rifiuti che mancheranno da fuori Provincia! E così, in provincia di Imperia potrebbero arrivare migliaia di tonnellate di rifiuti da ogni dove. E questo sarebbe “Rifiuti Zero”. lo non sono ligure di origine, ma ho imparato che nella mia nuova regione, si dice: Sciuscià e sciorbi no se più.
E allora: o Colli, o Rifiuti Zero, Appoggiare entrambi non si può”.
IMPERIA CAMBIA
“Il Gruppo Imperia Cambia voleva porre elementi di cautela nella delibera rifiuti zero presentata dal Comune di Imperia .
La delibera presentata in consiglio comunale per intraprendere un percorso di adesione alla ” strategia internazionale Rifiuti Zero” rivela in modo lampante l’incompatibilità tra l’impianto provinciale e l’impegno che vuol prendersi il comune di Imperia . Il nostro gruppo e’ a favore della strategia internazionale rifiuti zero, ma quella che ha come riferimento la Legge d’Iniziativa Popolare Rifiuti Zero, elaborata nel 2013 e depositata in Parlamento e oggi in corso di analisi alla Commissione Ambiente.
Il testo che ci e’ stato presentato e dove abbiamo chiesto di apportare una modifica contiene troppi punti di indeterminatezza che di fatto rendono praticabili anche percorsi che niente hanno a che fare con i principi della legge rifiuti zero. L’emendamento da noi presentato al punto 4 del dispositivo ( …” con esclusione degli impianti di digestione anaerobica che prevedano la combustione in loco del biogas eventualmente prodotto”) avrebbe cautelato là cittadinanza sia dal punto di vista dei costi della raccolta differenziata che della salute.
Quanti lo hanno respinto, come gia’ fatto presente in commissione , si devono prendere la responsabilità di avere rigettato la cautela che noi di Imperia Cambia continuiamo a ritenere necessaria e non superabile con l’adesione ad una Strategia Rifiuti Zero sganciata da un vero disegno di legge ma solo collegata ad iniziative di associazioni che poco incidono sui rischi reali su cui dobbiamo tenere — invece — gli occhi aperti, anche per le ricadute economiche a danno dei cittadini.
Anche altri consiglieri hanno fatto notare le contraddizioni di una “Strategia rifiuti zero” che parte dicendo di voler abbassare la indifferenziata al di sotto del 20%, quando dovrebbe essere “obiettivo zero” e hanno invitato il Sindaco a presentare un piano con azioni, tempi e costi certi, di cui non esiste traccia e su cui Teknoservice non è coinvolta, vanificando il rinnovo di ulteriori 6 mesi già accordato. Non possiamo abbuonare ad alcuni consiglieri la posizione ambigua o conflittuale tra rappresentanti dei cittadini e rappresentanti della burocrazia di cui sono parte che strumentalizzano le competenze tecniche che dispongono in virtu’ del loro i incarico confondendo su questioni estremamente tecniche .
Pasticci e confusioni provinciali hanno determinato immobilismo e gravi ritardi cui ora dobbiamo rimediare faticosamente per recuperare il ritardo ricordato ieri sera da Fossati (il 65% di differenziata da raggiungere già nel 2013 è stato mancato). La nostra astensione alla pratica è venuta di conseguenza anche alla luce dei dubbi recentemente sollevati dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo rifiuti dove viene fatto riferimento alla mancanza di una strategia complessiva”.