23 Novembre 2024 02:50

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23 Novembre 2024 02:50

IMPERIA. BIODIGESTORE DI COLLI. È POLEMICA TRA CAPACCI E PAOLO RE. IL SINDACO:”PERMISE LO SCEMPIO DELLE DISCARICHE PRIVATE E ORA…”/IL CASO

In breve: "Consiglio a Paolo Re e a Natalia Riccò di studiare meglio prima di fare dichiarazioni palesemente e furbescamente sbagliate, di evitare di giocare con le presunte malattie delle persone, perché la salute è una cosa seria".

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Imperia- Un vero e proprio “J’accuse”, quello del sindaco Carlo Capacci nei confronti del capogruppo di “Imperia Cambia” Paolo Re e della consigliera Natalia Riccò relativamente alle dichiarazioni in merito alla realizzazione del Biodigestore a Taggia. 

“I consiglieri Paolo Re e Natalia Riccò – scrive Capacci – hanno fatto una rappresentazione progettuale del futuro impianto finale di trattamento e recupero dei rifiuti in località Colli assolutamente sbagliata, sia nei contenuti che nelle finalità. E’ ora che si smetta di strumentalizzare parole e concetti vecchi, ma ricchi di pathos, per preoccupare la gente inopinatamente e ingiustificatamente su un tema così delicato, importante e strategico.

L’impianto futuro di Colli non brucerà nulla, non è contro il potenziamento della differenziata, non produrrà danni all’ambiente. Non brucerà nulla perché non è un inceneritore, ma proprio il contrario, è un impianto di recupero di materia, secca e umida, per favorire la massimizzazione della raccolta differenziata sul nostro territorio. La massimizzazione della raccolta avverrà proprio grazie ad un impianto che permetterà di trasformare i rifiuti organici in compost di qualità, cosa che oggi non si riesce a fare perché non esiste in provincia un impianto di compostaggio e ciò che viene portato fuori è antieconomico. Non produrrà danni all’ambiente perché finalmente consentirà di superare il concetto di discarica, il cui ultimo sacrificio inevitabile è il Lotto 6, che durerà tre anni ma che essendo una discarica pubblica risulterà molto ma molto più curato sotto l’aspetto delle tutele ambientali rispetto alle discariche private che per trent’anni hanno operato sul nostro territorio.

Ricordo proprio che Paolo Re, consigliere provinciale ininterrottamente dal 1999 al 2006 e ora difensore populista e impreparato dell’ambiente, fu uno dei politici che, con un atteggiamento prono e indifferente, permise lo scempio procrastinato ad oltranza delle discariche private. Mi domando quali battaglie portò avanti allora, quale ambiente difese e quali posizioni contraddittorie assunse su questo tema nei confronti della sua maggioranza per il bene dei cittadini.

Per quanto attiene alle imprecisioni dichiarate circa la presunta somiglianza dell’impianto di Chivasso con il progetto di Taggia, devo puntualizzare che:
1) l’impianto di Chivasso è un impianto privato e non pubblico, tanto per cominciare, che tratta rifiuti speciali e non urbani;

2) la società che gestisce l’impianto di Chivasso ha presentato alla città metropolitana di Torino una proposta di inserimento di una linea di trattamento della frazione umida da rifiuto urbano tramite biostabilizzazione anaerobica (simile all’impianto proposto a colli) di un rifiuto però già selezionato, nel senso che a Chivasso non viene praticata alcuna vagliatura. Non a caso Torino ha l’inceneritore e i rifiuti secchi finiscono ad essere inceneriti, cosa ben diversa che da noi;

3) l’impianto non risulta pertanto paragonabile a quello proposto a Colli, dove invece è previsto un impianto che chiude il ciclo, nel senso che entra un rifiuto indifferenziato (sacco nero) (oltre ovviamente all’umido da RD), avviene una vagliatura e selezione spinta per ricavarne in definitiva un gruppo di materiali recuperabili (carta plastica, legno, ferro, alluminio etc) e solo circa un 15% di rifiuto inertizzato da smaltire nella discarica di servizio;

4) se si analizzano i costi rapportati alle singole tonnellate l’impianto di trattamento dell’umido di Chivasso, peraltro proposto in forma anaerobica come il nostro, ha valori paragonabili a quelli di Colli.

Dunque, consiglio a Paolo Re e a Natalia Riccò di studiare meglio prima di fare dichiarazioni palesemente e furbescamente sbagliate, di evitare di giocare con le presunte malattie delle persone, perché la salute è una cosa seria, l’ambiente è una cosa seria, il lavoro dei funzionari provinciali è una cosa seria e non vanno infangati o utilizzati in maniera volgare, per i propri fini poco etici e che nulla hanno a che fare con la tutela dell’ambiente”.

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