Imperia – Circa 600 firme in tre giorni. Il comitato del SÌ al progetto di pedonalizzazione di via Cascione è tornato “in piazza”, questa mattina a Oneglia, capitanato dal sindaco Carlo Capacci in persona al fine di raccogliere più consensi possibile da contrapporre alla raccolta firme e al ricorso al T.A.R. avanzato dai commercianti della via portorina. In prima linea, Andrea Falciola, il consigliere comunale Roberto Saluzzo (Imperia di Tutti), Pier Paolo Ramoino e appunto il primo cittadino. Solo questa mattina, al banchetto di via San Giovanni, sono state raccolte circa 200 firme, nei giorni scorsi altre 400.
“Stiamo facendo un sondaggio tra gli utenti – spiegano gli organizzatori – per chiedere loro di esprimersi sulla pedonalizzazione di via Cascione. Abbiamo avuto un riscontro quasi inaspettato anche da parte degli onegliesi, sia cittadini comuni che esercenti, che hanno beneficiato della pedonalizzazione di via San Giovanni. Questo progetto vuole dare anche soluzioni a problemi di carattere urbanistico che quello legato allo smog e alla vivibilità della zona. Ci sono due parcheggi, quello del Prino e quello di San Lazzaro, che sono collegati a via Cascione da una navetta gratuita, elettrica, che sopperisce al problema dei parcheggi. Inoltre, per i commercianti, la pedonalizzazione porterebbe benefici in termini di dehor, ci sarà la possibilità di ampliare e di regolarizzare alcune situazioni”.
Al banchetto del Sì anche il Prof. Mauro Baracco, docente universitario di Melbourne, in visita a Imperia nell’ambito del progetto “Officina Città”, patrocinato da Confindustria, accompagnato dall’assessore Maria Teresa Parodi. ImperiaPost lo ha intervistato in merito al progetto.
“Dal punto di vista strategico, – ha detto il Prof. Baracco – pedonalizzare in centri storici di fondazione medievale, o anche pre-medievale, è sempre una cosa logica. I centri non erano stati fatti per le macchine e quindi ben venga in questo periodo, in cui si parla tanto di sostenibilità e residenza urbana, ben venga ripensare impianti urbani che, originariamente, non erano stati pensati per le macchine in maniera tale che possano diventare pedonali o comunque per la socializzazioni di un certo tipo.
Le macchine ci sono, si mettono da qualche parte, è un problema che può essere risolto. A Imperia, come in altre città d’Italia ci sono molti edifici abbandonati, adesso non dico che tutti debbano diventare parcheggi però questa è una problematica che potrebbe portare il progettista ad una ristrutturazione e rielaborazione di alcuni di questi edifici, soprattutto quelli di archeologia industriale per un uso che possa anche essere legato ai parcheggi”.
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