È stata chiamata come la celebre opera verdiana, l’operazione complessa di vigilanza sull’intera filiera della pesca che ha visto impegnati per 5 giorni 22 militari della Guardia Costiera di tutta la Liguria, in una serie di controlli serrati a mare, a terra, nei punti di sbarco del pescato, nei centri di grande distribuzione e negli esercizi commerciali di vendita al dettaglio e della ristorazione.
L’operazione ha riguardato non solo la Liguria, con svariati controlli in tutte e quattro le provincie, ma anche le zone di Alessandria, Asti, Parma, Reggio Emilia, Pavia e Milano.
Occorre innanzitutto dire che, tra tutte, le provincie più virtuose sono risultate essere quelle di Genova e La Spezia: sono stati controllati pescherecci in attività di pesca, mercati ittici, piccole pescherie, ristoranti, supermercati; sono stati fatti appostamenti contro la pesca sportiva illegale e ispezioni mirate sulla pesca del rossetto. È risultato tutto in ordine, tranne qualche caso di errata etichettatura della specie ittica posta in vendita, o difetto di tracciabilità.
Non altrettanto si può dire per le zone del ponente ligure: a Loano e a Imperia sono stati colti in flagrante due pescherecci che avevano appena catturato complessivamente 20 e 10 Kg di bianchetto, il novellame di sarda e di alice, la cui cattura, con qualunque attrezzo, è vietata sin dal 2010. I due Comandanti dei motopesca sono stati entrambi denunciati penalmente per attività di pesca di novellame e il prodotto confiscato e devoluto in beneficienza, previa valutazione di idoneità al consumo umano da parte della ASL.
Altra denuncia penale, sempre per detenzione di specie allo stadio giovanile, è stata inflitta a Riva Ligure, ad un ristoratore che deteneva, ai fini di vendita, esemplari di aragosta sottomisura, immediatamente liberati in mare in quanto ancora vivi, mentre a Loano, un’azione coordinata da Genova con l’ausilio delle moderne tecnologie di rilevazione satellitare, ha consentito alle motovedette di Imperia e Loano di cogliere un peschereccio in flagrante azione di pesca a strascico sottocosta, ossia su fondali inferiori ai 50 metri, ove questo tipo di pesca è severamente vietata, con conseguente sanzione amministrativa al comandante di 4000 euro e sequestro degli attrezzi e del pescato.
“Nel complesso”, ha evidenziato l’Ammiraglio Pettorino, Direttore marittimo della Liguria e Comandante regionale della Guardia Costiera, “se a fronte di oltre 200 controlli in 10 province, si è dovuto procedere al sequestro di soli 100 Kg di prodotto ittico, quasi interamente devoluto in beneficienza, ed alla contestazione, in totale, di 3 denunce penali e 36 sanzioni amministrative, delle quali 25 per etichettatura e tracciabilità, per un totale di circa 48.000 €uro