“Senza ombra di dubbio, nel 2008 la gestione dei corsi BSLD e del corso Antincendio, nonché l’attività della Commissione DAE caratterizzata da numerose illiceità ed irregolarità. oltre che da ‘opacità’ di comportamenti e da disordine amministrativo”. E’ questo uno dei passaggi chiave della Corte dei Conti nell’ambito del procedimento relativo ai corsi di formazione fantasma all’Asl.
La Procura regionale, a seguito della segnalazione di danno erariale trasmessa dalla Guardia di Finanza di Imperia (che ha condotto l’inchiesta penale poi conclusasi con l’archiviazione per intervenuta prescrizione) ha avanzato una richiesta di risarcimento danni pari a 99.965 euro a carico dei dipendenti dell’azienda ospedaliera che hanno ottenuto indebitamente le indennità previste per i referenti/docenti ai corsi BLSD ed Anticendio e per i membri della Commissione DAE.
In totale sono otto i dipendenti citati dalla Corte dei Conti: Vincenzo Rio, Walter Bestagno, Carlo Pesco, Lionello Fagioli, Stefano Ferlito, Salvatore Labrosciano, Carmelina Lo Conte, Gianluigi Piatti. Rispetto all’inchiesta penale, la Corte dei Conti ha archiviato la posizione di Roberto Filippi.
La Procura Regionale scrive che “anche se il procedimento penale si è concluso con l’archiviazione a causa di estinzione per prescrizione del reato, sia il Pubblico Ministero che il GIP hanno ravvisato l’evidenza della truffa aggravata e del falso”.
Nel dettaglio, le contestazioni sono due:
– “mediante documentazione manomessa, irregolare e dunque falsa, è stata fatta figurare come svolta attività formativa in realtà non prestata o comunque ‘gonfiata’, quanto al numero delle ore, al fine di ottenere le indennità previste per i referenti/docenti ai corsi BLSD ed Anticendio e per i membri della Commissione DAE, indennità che quindi risultano essere state percepite indebitamente”.
– “Gli illeciti accertati e descritti configurano un vero e proprio sistema truffaldino, messo in piedi da alcuni dipendenti della Asl 1 che si occupavano concretamente della organizzazione, gestione e rendicontazione dell’attività formativa, al fine di conseguire, per se e per altri, un indebito profitto economico lucrando sulle indennità previste per i referenti e i docenti dei corsi BLSD, Antincendio, AIDS e per i membri delle Commissioni DAE”.
Contestazioni che hanno portato ad individuare un danno cagionato all’Asl pari a complessivi 99.965 euro, “individuato nelle somme complessivamente liquidate per remunerare compensi indebitamente percepiti dai referenti e docenti ai predetti cosi e dai Commissari Dae”.
“Per pervenire all’ammontare – scrive la Corte dei Conti – sono stati utilizzati i prospetti forniti dall’Asl 1 per ognuno dei dipendenti coinvolti nei procedimenti disciplinati ed indicanti date e orari dei corsi/commissioni, orari delle timbrature in entrata ed uscita dal servizio ordinario, compensi liquidati, irregolarità documentali riscontrate”.
ECCO QUANTO CHIEDE LA CORTE DEI CONTI
GIANLUIGI PIATTI 30 mila euro
STEFANO FERLITO 27.011 euro
SALVATORE LABROSCIANO 23.227 euro
CARMELINA LO CONTE 4.415 euro
VINCENZO RIO 30.663 euro
WALTER BESTAGNO 16.483 euro
LIONELLO FAGIOLI 9.889 euro
CARLO PESCO 16.483 euro
L’INCHIESTA PENALE
L’inchiesta penale condotta dalla Guardia di Finanza si è chiusa nel 2015 con l’archiviazione definitiva per intervenuta prescrizione. Sia il Pm che il Gup, però hanno rilevato che “mancano gli elementi oggettivi del delitto associativo, ma sussistono con certezza quelli del reato continuato di truffa aggravata in danno di ente pubblico e di falso ideologico”.
Nel dettaglio, la Guardia di Finanza di Imperia aveva riscontrato un “sistema truffaldino congegnato e attuato da alcuni dipendenti appartenenti ad uffici del Dipartimento di Staff e del Dipartimento ‘Attività Amministrative e Tecniche’ dell’Azienda Sanitaria Locale, allo scopo di percepire indebitamente le indennità spettanti per le attività di referente e/o di docente ai corsi BLSD e Antincendio. Attraverso la compilazione di atti falsi e/o incompleti e la loro presentazione alle procedure di liquidazione senza essere sottoposti ad alcun controllo o verifica da parte dei competenti uffici, i predetti dipendenti facevano risultare di avere svolto l’attività di referente e o docente che invece non era stata prestata – o non lo era stata per il tempo o secondo le modalità di cui alla false dichiarazioni – in tal mondo consentendo la erogazione di indennità non spettanti quantificate in 247.750,86 euro”.
L’INCHIESTA INTERNA
L’inchiesta interna dell’Asl si è chiusa con provvedimenti disciplinari di sospensione dal servizio, con privazione della retribuzione, per periodi da tre mesi a due giorni.