Imperia – Il giudice per l’udienza preliminare Massimiliano Botti, questa mattina, ha rinviato a giudizio il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori, il suo vice Cristiano Za Garibaldi, l’assessore allo sport Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta (oggi consigliere comunale), l’amministratore unico della G.M. S.p.A. Domenico Surace, Giovanni Surace (padre di Domenico, ndr) e Giovanni Sciglitano (commerciante ambulante) accusati in concorso di voto di scambio “light”. Il giudice non ha ritenuto di accogliere le due eccezioni presentate dai legali delle difese degli indagati: la prima relativa all’utilizzo delle intercettazioni ambientali, non previste secondo la difesa per un reato come la corruzione elettorale, la seconda di natura procedurale, disponendo il processo. A sostenere l’accusa il sostituto procuratore Alessandro Bogliolo che si presenterà in aula il prossimo 6 ottobre, data di inizio del processo.
Sempre nell’odierna udienza è stato disposto il rinvio a giudizio per Chiappori soltanto accusato di abuso d’ufficio in quanto, secondo l’accusa, avrebbe invitato un agente della Polizia Municipale ad annullare una multa comminata al titolare di un locale per un dehor privo delle necessarie autorizzazioni.
Nel dettaglio, secondo quanto ricostruito dalla Procura, il locale aveva chiesto una proroga per il dehor, da sei mesi a un anno. Richiesta che però era stata respinta dagli uffici comunali. Durante un sopralluogo la Polizia Municipale trovò il dehor ancora montato, con i titoli però scaduti. Secondo l’accusa fu in quell’occasione che il Sindaco Chiappori invitò l’agente ad annullare la multa di 160 euro elevata al titolare del “Caffé Teatro” di via Cairoli. Il vigile urbano, profondamente contrariato, denunciò l’accaduto in Procura. Da qui l’avvio dell’inchiesta per abuso d’ufficio.
L’inchiesta per corruzione elettorale, nata dal fascicolo trasmesso dalla DDA (Divisione Distrettuale Antimafia) di Genova che ha escluso collusioni tra l’amministrazione e la criminalità organizzata, mira a verificare se la nomina di Surace ad amministratore unico della G.M. S.p.A. sia o meno frutto di una sorta di promessa pre-elettorale fatta dal sindaco Chiappori in cambio dell’appoggio elettorale dello stesso Surace. Inoltre, agli indagati vengono contestati anche altri episodi considerati dall’accusa favori in cambio di voti.