“Non si capisce per quale motivo la temuta interclusione al traffico di circa 300 metri di pubblica via dovrebbe menomare gli affari dei gestori di attività commerciali “stanziali”, comunemente e notoriamente avvantaggiati da una situazione di maggiore e generalizzata fruibilità degli spazi”. Ecco uno dei passaggi chiave dell’intervento ad opponendum presentato martedì scorso al Tar Liguria dal fronte del si alla pedonalizzazione di via Cascione, composto da esercenti commerciali, associazioni e residenti e appoggiato da circa mille firme raccolte nelle ultime settimane. Il ricorso si oppone a quello del fronte del no all’isola pedonale, quest’ultimo presentato da un gruppo di commercianti capitanato dall’ex assessore della Lega Nord Antonio Gagliano, titolare del bar Niki proprio in via Cascione.
Il fronte del si all’isola pedonale è rappresentato dall’avvocato Mario Giribaldi. Nel dettaglio, nel ricorso si legge che gli intervenienti sono “titolari di attività commerciali e/o proprietari di immobili a destinazione commerciale/residenziale e/o residenti nel tratto di Via Felice Cascione e/o associazioni che operano nel territorio di Porto Maurizio a tutela del locale patrimonio storico, artistico e culturale, in quanto tali interessati dal progetto di pedonalizzazione”.
IL RICORSO AD OPPONENDUM
I DUBBI SULLE RAGIONI DEI RICORRENTI
– “I ricorrenti si qualificano, senza provarlo, come commercianti della zona di via Cascione, dalla cui pedonalizzazione assumono che sarebbero danneggiati. Non è ben chiara la ragione per la quale ciò si dovrebbe verificare, atteso che l’esperienza della progressiva pedonalizzazione dei centri storici italiani (ed europei) dimostra esattamente il contrario”.
– Non è ben chiaro per quale motivo la temuta interclusione al traffico di circa 300 metri di pubblica via dovrebbe menomare gli affari dei gestori di attività commerciali ‘stanziali’, comunemente e notoriamente avvantaggiati da una situazione di maggiore e generalizzata fruibilità degli spazi.
– Qualora la realizzazione dell’isola pedonale venisse osteggiata in ragione del fatto che dall’attuale caos veicolare (parcheggi in doppia fila, su strisce zebrate, stalli riservati a disabili, ecc.) ricavano beneficio alcune (comunque poche) tipologie commerciali, è evidente che, trattandosi di una situazione di fatto caratterizzata da totale illegittimità , non potrebbe certo essere posta a fondamento di qualsivoglia pretesa, meno che mai nanti codesto Ecc.mo Tribunale.
– Meno che mai è dato di comprendere su quali basi ritengano di essere legittimati a ricorrere contro la realizzazione di un’isola pedonale quei soggetti che, autodefinitisi ‘ambulanti ‘, soltanto nell’assenza di traffico veicolare, e dunque in presenza di un‘isola pedonale, ritrovano l’indefettibile presupposto per l’esercizio del proprio commercio.
LE RAGIONI DEL FRONTE DEL SI
– L’interesse di fatto degli intervenienti ad opponendum alla regolare esecuzione del progetto di pedonalizzazione di via Cascione programmato dall’Amministrazione Comunale si manifesta sotto un duplice profilo
a) quello del corretto e proficuo esercizio delle attività commerciali, in oggi sensibilmente precluso da un traffico veicolare caotico e pericoloso, ovvero tale, in ultima analisi, da disincentivare la clientela e da indirizzarla verso altre zone cittadine di esercizio del commercio. Circostanza, quest’ultima, che trova conferma nell’intervenuto trasferimento di numerose attività commerciali, negli ultimi anni, dalla caotica via Cascione di Porto Maurizio ad altre zone della città di Imperia ed, in ispecie, nelle arterie del centro storico di Oneglia che, per l’appunto, in quanto già pedonalizzate, offrono ben maggiori opportunità commerciali;
b) quello dei cittadini residenti e/o proprietari di immobili che insistono sul tratto di via Cascione oggetto del previsto intervento di pedonalizzazione.
L’attuale situazione di fatto, invero, è tale da precludere un anche soltanto accettabile utilizzo del sedime stradale a scopi diversi dal transito veicolare. Gli attuali marciapiedi, difatti, sono di dimensioni talmente esigue da non consentire neppure, alle persone che si incontrano, di fermarsi per scambiare un breve saluto, se non scendendo sulla porzione di via destinata alle auto, con i pericoli e le conseguenze facilmente immaginabili.
A maggior ragione, è attualmente precluso l’uso della via ai soggetti disabili e/o comunque privi di mobilità autonoma, giacchè i marciapiedi di cui s’è detto in molti punti non consentono il transito neppure di una sedia a ruote, né di un passeggino per neonati.
Il tutto, in un contesto di inquinamento acustico e dell’aria (segnatamente nel primi 60 metri lineari dell’arteria da pedonalizzare, la cui larghezza è di soli metri 6,15) il cui impatto è evidenziato dal rapido e progressivo annerimento delle facciate ( comprese quelle appena rinnovate) degli edifici, nonché dalla necessità, per i residenti, di mantenere le finestre che prospettano su via Cascione, pressoché costantemente, ben chiuse.