23 Dicembre 2024 19:48

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“LA FOTOGRAFIA HA ANCORA UN VALORE?”. É ENTRATO NEL VIVO IL VIAGGIO-PROVOCAZIONE DI SETTIMIO BENEDUSI. PRIMA TAPPA ALASSIO/ECCO CHI LO HA OSPITATO”

In breve: É iniziato il lungo cammino di Settimio Benedusi! Da Imperia a Milano a piedi e senza soldi, l'obiettivo è quello di verificare se l'arte della fotografia ha ancora un valore.

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É entrato nel vivo il lungo cammino di Settimio Benedusi. Da Imperia a Milano a piedi e senza soldi, l’obiettivo è quello di verificare se l’arte della fotografia ha ancora un valore, in risposta ad un affermazione postata su twitter da Marco Michieletto: “Nessuna rivista mi ha mai pagato per le foto che ha pubblicato”.

Settimio ha camminato più di 20 chilometri, arrivando fino ad Alassio, dove, come spiega su Facebook, non ha fatto troppa fatica a trovare un posto dove pernottare:

“Il primo giorno è andato, il ghiaccio è rotto!
In verità quello rotto sono io, ho male un po’ dappertutto (il collo!) e già due belle vesciche ai piedi. 
Ma la difficoltà più grossa, quella che maggiormente temevo, il trovare da dormire, l’ho risolta: dopo tre o quattro tentativi fallimentari ho trovato un gestore di hotel (Hotel Ristorante Danio, ndr) giovane, sveglio e collegato con il mondo che senza pensarci mi ha offerto da dormire e pure da mangiare! Grazie veramente!”

Oggi, sabato 16 aprile, ha ripreso il cammino verso milano con l’obiettivo di passare la notte a Pietra Ligure.
Nel pomeriggio Settimio, ha incontrato un contadino ad Albenga, un personaggio particolare  “anche un po’ filosofo”, dice in un video, che gli ha dato un sacchetto colmo di fave in cambio di una fotografia. Pochi chilometri dopo, a Ceriale è entrato in un bar con vista mare per cercare di barattare qualche fava per un ghiacciolo, ad accoglierlo ha trovato una ragazza che già era a conoscenza dell’impresa di Settimio e non ha esitato ad aiutarlo.

Le prime fatiche di Settimio si possono riassumere in un post che ha pubblicato oggi sul proprio profilo Facebook:
“la fotografia ha ancora un valore?
Ho sempre sostenuto, ogni volta lo dico ad esempio nei miei workshocks, che per fare della buona Fotografia si debbano correre dei rischi: se si sta nella “confort zone”, in una situazione tranquilla e sicura, nulla di buono potrà mai uscire. In qualsiasi servizio fotografico è necessario rischiare, andare rasenti al precipizio e temere di cadere giù”.

A cura di David A. Bernardo

 

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