“Come essere proprietari di un appartamento in Imperia e non poterlo vendere per colpa di assurdità legislative tra norme comunali e decreti regionali”. Inizia così la lettera inviata agli organi di informazione da Serenella Sossi che ha deciso di raccontare la sua storia nella speranza di trovare una soluzione al problema, magari con il coinvolgimento di altri proprietari di case coinvolti loro malgrado in pasticci burocatrico-amministrativi della stessa natura.
“Come altri 7 proprietari – racconta Serenella Sossi – mi trovo in una situazione che ha del paradossale e che a rigor di logica non dovrebbe sussistere, ma purtroppo ci vede coinvolti in un bisticcio di leggi da cui non sembra possibile uscire fuori e di fatto veniamo espropriati di un bene legittimamente acquisito!
Usando parole tecniche si tratta di un problema tra difformità tra licenzia edilizia e realizzazione delle opere e normativa vigente in zone di vincolo ambientale (decreto legislativo 22-1-2004 , n° 42 e legge regionale 6-6-2008, n° 16 e s.m. e i.).
Il fabbricato fu costruito nel 1971 su progetto del 1968 ed ebbe dal comune di Imperia regolare abitabilità. Nel 2014 durante la vendita di un appartamento furono riscontrate difformità contestanti il fatto che il fabbricato risultava non conforme al progetto originario. Cosa peraltro mai emersa durante compravendite avvenute negli anni precedenti.
Il problema è che a causa delle norme vigenti in zone di vincolo ambientale, come sopra specificato, non è possibile attuare nessuna sanatoria, ne tantomeno demolire le parti difformi (tengo a specificare che per quanto riguarda le malaugurate parti difformi, si tratta di bucature e incremento volumetrico di piccola entità).
Pertanto il Comune, non potendo accettare la sanatoria, prende atto che una parte del condominio è illecita, ma essendo stata rilasciata l’abitabiltà dal Comune stesso, ci consentirà di mantenere la consistenza delle unità immobiliari, ma, in considerazione della nuova legge che impone al notaio di garantire la regolarità dell’immobile, i proprietari delle unità immobiliari non sanabili non potranno vendere i loro appartamenti.
Inoltre tutto sembra quasi una beffa se si considera che le opere in difformità di licenza edilizia eseguite o in corso d’opera prima del 1° settembre 1967 sono regolarizzabili mediante una semplice comunicazione da inviare al Comune. Senza contare che, come recita la Costituzione “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge la quale incoraggia e favorisce l’accesso alla proprietà dell’abitazione”.
Come può dunque il legislatore, in contrasto con quanto sopra, privare il proprietario del diritto di vendere il proprio bene? Mi risulta che esistano situazioni analoghe a quella che ho denunciato e suppongo non solo riguardanti il Comune di Imperia. Inviterei pertanto chi si identifica in una situazione analoga a prendere contatto con la scrivente in modo che, coalizzandosi, si possa concordare una strategia comune e cercare di uscire da questa pesante quanto assurda situazione”.