Imperia. Giuseppe Fossati, di Imperia Riparte, a commento dell’aumento Tari imposto e approvato dalla maggioranza: “Il Consiglio Comunale del 20 aprile aveva ad oggetto, essenzialmente, le politiche fiscali dell’Amministrazione Capacci. La maggioranza, con il decisivo supporto del Cons.Russo, ex M5S ed ora del gruppo Misto, ha infatti approvato le principali leve fiscali comunali e, nello specifico, ha deciso, oltre ad adeguamenti dei vari regolamenti a seguito di modifiche di legge:
- di continuare a far pagare la TASI anche ai fabbricati rurali;
- di mantenere al massimo di legge l’addizionale IRPEF;
- di mantenere al massimo di legge IMU;
- di aumentare del 5% la TARI.
Non servono commenti molto articolati: tutto è al massimo, vi è un sensibile aumento della TARI. Più di così o cittadini non si possono spremere.
Come ho detto in Consiglio, quanto meno sull’aumento della TARI, credo però siano opportune un paio di considerazioni.
La TARI è la tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti e, per legge, deve coprire integralmente il relativo costo.
Il fatto che venga aumentata del 5%, a fronte di un servizio certamente non soddisfacente e sostanzialmente identico a quello dello scorso anno è inaccettabile politicamente e ingiustificato dal punto di vista tecnico.
Inaccettabile politicamente, perché il servizio non è migliorato rispetto allo scorso anno, né si prevede che possa migliorare, la raccolta differenziata non è migliorata, né si prevede che possa migliorare, il costo del servizio è eccessivo e non commisurato al suo modesto livello qualitativo e quantitativo: sono fatti e non credo ci sia molto da discutere in merito.
Ingiustificato dal punto di vista tecnico, per un motivo molto semplice: la legge impone che si raggiunga un livello di raccolta differenziata pari al 65% ed il contratto di gestione prevede che, ove non si raggiunga tale livello (come sta succedendo), il maggiore costo per il Comune (penalità varie di legge e maggiori oneri per lo smaltimento in discarica di un maggiore quantità di rifiuti non differenziati) sia a totale carico del gestore, ossia TEKNOSERVICE.
Il piano economico finanziario e la tariffa decisa dall’Amministrazione Capacci prevede invece, di fatto, che la raccolta differenziata non migliori e che quindi i maggiori costi, rispetto ad una raccolta al 65%, rimangano a carico dei cittadini.
Tutto ciò è tecnicamente ingiustificato: non è giustificato ed accettabile chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, ossia una tariffa più alta, determinata da costi eccedenti quelli che si dovrebbe sostenere se la raccolta differenziata raggiungesse il livello di legge o se, non avendolo raggiunta, si facessero a pagare a TEKNOSERVICE le penali che dovrebbe pagare e che, ad oggi, il Comune non sta incassando.
Un modo di gestire la cosa pubblica inaccettabile, dove l’inefficienza del sistema, l’incapacità o negligenza di chi lo governa, nonché la mancanza di progettualità e di idee, producono effetti non più tollerabili: servizi scadenti ed inefficienti, con costi fuori controllo, accompagnati da tasse e tariffe al massimo ed in continuo aumento.
E’ inevitabile che il Comune usi le leve fiscali a sua disposizione; tuttavia, se si usa la leva fiscale massima e addirittura la si aumenta, senza dare servizi adeguati, credo si dovrebbe avere l’onestà intellettuale di riconoscere il proprio fallimento politico ed amministrativo e trarne le conseguenze.
Alcuni, nella maggioranza, lo hanno fatto, altri lo stanno facendo, altri, pur di restare sulla poltrona, invece, cercano e si aggrappano a sponde che rendono ancora più politicamente confusa e raffazzonata una Amministrazione ormai allo sbando.
Credo che Imperia meriti di meglio.”