“Ormai siamo alle comiche. L’assessore Berrino si vanta di aver stanziato due milioni per tre nuovi bus a idrogeno a Imperia. Ma si dimentica di ricordare che, a causa di questa decisione, gli imperiesi avranno soltanto 3 dei 14 nuovi bus a trazione tradizionale, quindi a minor impatto rispetto agli usurati mezzi (dall’età media ultra decennale) su cui sono costretti a viaggiare utenti e autisti”. A scriverlo è Marco De Ferrari, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria, con una nota stampa.
“E si scorda pure di dire che – continua De Ferrari – a causa dei tagli della Regione sull’azienda, persiste a bilancio di RT un buco di tre milioni di euro, che rischia inevitabilmente di gravare sul servizio e sulle buste paga dei dipendenti (già alle prese con arretrati persi e rinnovi contrattuali elusi).
I tre bus a idrogeno, per di più, non sono neppure nuovi, ma sono i “sopravvissuti” dei cinque bus ultretecnologici voluti da Burlando nel 2012, e accolti con gli stessi squilli di trombe trionfali con cui la Giunta Toti in queste settimane sta cercando di rilanciarli. Ma da quel momento sono sempre rimasti fermi, perennemente attaccati alla corrente elettrica (per non rovinarne i delicati motori), orfani di una stazione di servizio che avrebbe dovuto nascere in un’area improponibile in valle Armea. Un’area rilevata nel 2009 da RT e riacquistata poche settimane fa dalla stessa Fondazione Carige.
L’area è raggiungibile solo attraverso una strada stretta, impervia, con secche curve a gomito e stretti ponti, dove a tratti fanno fatica a incrociarsi due autovetture e, dunque, praticamente inaccessibile a mezzi lunghi 15 metri. Quell’area è diventata il simbolo più concreto del fallimento del progetto idrogeno imperiese e della visione della Regione Liguria sul trasporto pubblico locale.
Insomma, dietro gli abbagli delle dichiarazioni pubbliche, c’è il mondo reale. C’è un trasporto pubblico fatto di mezzi con fanalini traballanti, gomme lisce, collaudi inesistenti e piattaforme che si contorcono in corsa, mettendo a repentaglio la sicurezza dei viaggiatori.
Eppure un modo per iniziare a rilanciare un trasporto sostenibile a Imperia ci sarebbe: quello di ridare vita alla filovia dismessa, ripristinando in toto il collegamento tra Ventimiglia e Arma di Taggia; un servizio di trasporto che ancora attende di essere adeguato alle variazioni del corso stradale. L’importanza di questa linea non è soltanto storica, ma anche turistica e soprattutto ambientale.
Il recupero della filovia del ponente ligure sarà oggetto di una nostra interrogazione rivolta alla Giunta Toti la settimana prossima in Consiglio Regionale. Dall’assessore Berrino pretendiamo risposte concrete e non le solite promesse, pronunciate davanti ai riflettori di qualche televisione e dimenticate l’istante successivo”.