Il caso del chiosco “U tecciu de Ma”, chiuso nel weekend dalla Polizia Municipale dopo 50 anni di regolare attività, è l’emblema del caos che regna sovrano da anni nel contesto burocratico-amministrativo del Comune di Imperia. A seguito dei controlli della Polizia Municipale e degli uffici tecnici, infatti, la struttura è risultata abusiva. Il chiosco, infatti, non risulterebbe avere alcuna concessione, ne da parte del Comune, ne tanto meno da parte del Demanio.
Ma non è tutto. Il Comune di Imperia, infatti, nonostante l’assenza di concessione, all’inizio degli anni ’90 ha rilasciato comunque dei titoli edilizi ai proprietari del chiosco. Titoli che però, ad oggi, risulterebbero scaduti. In definitiva, dunque, ai controlli del Comune “U tecciu de Ma” è risultata una struttura priva di qualsivoglia autorizzazione, ambientale e urbanistica. Abusiva. Ma come è possibile per un’attività commerciale che operava sul territorio da oltre 50 anni?
Il dato ultimo è che il chiosco rischia di perdere tutta la stagione estiva. In mancanza della concessione demaniale, infatti occorre presentare una richiesta al demanio che, però, per rilasciarla dovrà per forza bandire una gara d’appalto con un conseguente allungamento dei tempi. Insomma, un pasticcio, emblema ancora una volta di una città davvero in crisi di identità.
Contattat da ImperiaPost, il legale dei proprietari del chiosco, l’avvocato Davide Carpano, spiega. “E’ una situazione kafkiana. Non abbiamo fatto nulla di diverso da quello che è stato fatto negli ultimi 50 anni. Abbiamo presentato una richiesta di accesso agli atti al Comune di Imperia per verificare lo stato della pratica. Impugneremo gli atti amministrativi che ci verranno notificati perché siamo convinti di essere dalla parte dellea ragione e anche perché Imperia non può vedere scomparire il terzo chiosco nel giro di un anno. Forse bisognerà rivedere qualcosa all’interno del Puc e del PRG, non solo per fare lavorare le famiglie che gestiscono i chioschi, ma anche per garantire un servizio ai cittadini di Imperia. Sicuramente non rimarremo inermi e assicuriamo fin da ora la più dura battaglia legale attuabile”.