23 Novembre 2024 23:51

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23 Novembre 2024 23:51

IMPERIA. “DURANTE I FORCONI VENNI INVESTITO DA UN’AUTO, MA OGGI RISCHIO UNA CONDANNA PER VIOLENZA PRIVATA. CHI HA VISTO PARLI…”/LA STORIA

In breve: Riccardo Pianosi, 49 anni, è tra gli indagati per la protesta dei Forconi che travolse Imperia per alcuni giorni nel dicembre del 2013. Imprenditore e presidente della Sezione Imperiese della Laga Navale Italiana, Pianosi ha lanciato un appello per...

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Riccardo Pianosi, 49 anni, è tra gli indagati per la protesta dei Forconi che travolse Imperia per alcuni giorni nel dicembre del 2013. Imprenditore e presidente della Sezione Imperiese della Laga Navale Italiana, Pianosi ha lanciato un appello per chiedere l’intervento di testimoni che lo possano scagionare dall’accusa mossagli dalla Procura di Imperia, ovvero violenza privata.

“Due giorni dopo la manifestazione dei Forconi a Imperia – scrive Pianosi – mi ritrovai sulla Superstrada (Lungomare Vespucci, ndr) attraversando sulle strisce pedonali per tornare a casa, senza aver manifestato per strada. Arrivato a metà carreggiata, venni investito da un’auto guidata da una giovane rumena. Finii al Pronto Soccorso con varie ferite. Adesso vengo chiamato da un Magistrato a Imperia per violenza personale. Rischio una condanna per essere stato investito”.

“Ora mi chiedo – prosegue Pianosi – possibile che tra Polizia, Croce Rossa e passanti che mi hanno assistito, non si trovi neanche un testimone che dimostri la mia innocenza e, anzi, il danno fisico provocatomi? Se esistesse ancora una persona di sani principi che possa testimoniare ciò che ha visto, la prego di cuore di farsi avanti e di testimoniare a mia difesa, in quanto innocente. Sarà difficile, perché in questo Paese fatto di ingiustizie e soprusi, nessuno ha mai il coraggio di dire la verità. Sarò probabilmente condannato per la negligenza anche di chi ci dovrebbe tutelare”.

“Mi vergogno di essere italiano. Mi vergogno di essere cittadino di Imperia. Si vergognino tutte quelle persone che hanno visto la verità, ma ora non ricordano”.

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