Diano Marina. Usando un detto popolare: “Ce n’é per l’asino e per chi lo vorrebbe menare”. La Procura della Repubblica di Imperia ha iscritto nel registro degli indagati il candidato sindaco di “Diano Riparte” Michele Calcagno. L’ingegnere dianese, da poco in lizza per la poltrona di primo cittadino, è accusato assieme ad altri 5 colleghi ingegneri/geometri/architetti di abuso edilizio in concorso con i proprietari degli immobili.
Gli accertamenti sono partiti a seguito di una segnalazione da parte della commissione di accesso al lavoro in comune per verificare se vi fossero infiltrazioni mafiose all’interno dell’Ente o dell”amministrazione (cosa poi esclusa dalla relazione finale e dal decreto del Ministro Alfano, ndr).
Su 44 pratiche “sospette” segnalate i dipendenti dell’ufficio tecnico hanno riscontrato ben 35 illeciti di natura edilizia. Tra le accuse per alcuni dei 76 indagati a vario titolo (il committente e l’impresario e i sei professionisti) figurano anche quelle di truffa e falso ideologico. Tra i professionisti figurano anche nomi legati alla politica e altri con legami di parentela con dipendenti comunali.
“Nel mio lavoro – commenta Calcagno a ImperiaPost – sono costantemente sotto la lente, ultimamente sono state tante verifiche e io sono tra queste persone ma per adesso non ho avuto alcun riscontro in merito”
Per Calcagno però si potrebbe anche rappresentare un altro problema, quello di una possibile incompatibilità, legato alla sua professione svolta sul territorio del Comune di Diano Marina. Infatti, secondo l’art.63 comma 3 del testo Unico degli Enti Locali: “Non può ricoprire la carica di sindaco colui che come consulente tecnico presta opera in modo continuativo in favore delle imprese…”. Un articolo che sarà di certo oggetto di interpretazioni ma che comunque potrebbe costringere, in caso di elezione, Calcagno ad non occuparsi più di edilizia.
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