È approdato questa mattina in Tribunale a Imperia il processo che vede sul banco degli imputati Loredana Magro con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione. I fatti risalgono agli anni tra il 2010 e il 2011, quando la squadra mobile della Questura di Imperia scoprì che alcuni appartamenti del residence Majestic di Diano Marina venivano utilizzati da transessuali, che promuovevano la loro attività sul sito “www.piccoletrasgressioni.it”, per prostituirsi.
Sul banco degli imputati è finita Loredana Magro in quanto accusata di gestire l’assegnazione delle camere, utilizzate poi dai trans per prostituirsi. Gli agenti di Polizia effettuarono un vero e proprio blitz, nell’ottobre del 2011, sequestrando il residence.
L’operazione arrivò a conclusione di una lunga serie di indagini con intercettazioni telefoniche, appostamenti e finti appuntamenti con le prostitute. Nel dettaglio, questa mattina, sono stati sentiti alcuni agenti della squadra mobile, due transessuali e un ospite fisso del residence.
Gli agenti, interrogati dal Pubblico Ministero Lorenzo Fornace, hanno illustrato le modalità dell’operazione. In particolare, uno degli agenti ha raccontato:“Il dirigente mi chiese di fare un accertamento sul possibile reato di sfruttamento della prostituzione. Mi collegai al sito internet www.piccoletrasgressioni.it dove trovai il numero di telefono di una ragazza, alla quale telefonai. Presi appuntamento con una certa Carolina, descritta nell’inserzione, come una donna molto avvenente.
L’appuntamento era in Via degli Oleandri a Diano Marina. L’accordo era che quando fossi arrivato avrei dovuto telefonarle per definire il luogo dell’incontro. Quando le telefonai mi disse di salire al primo piano del residence Majestic. La porta era semi aperta, le luci soffuse, mi invitò ad entrare, aveva una minigonna e un velo che copriva il seno.
Iniziò immediatamente l’approccio. mi mostrò il seno, mi toccò i genitali. Non aveva le mutandine, mi offrì una prestazione dietro un compenso di 300€. Mi dissi insoddisfatto in quanto il suo profilo non corrispondeva a quello indicato sul sito di incontri. Con questa scusa lasciai il residence e informai dell’accaduto il mio dirigente”.
In aula il PM ha sentito anche due transessuali brasiliani di 43 e 36 anni.
“Quando mi hanno condotta in Questura – ha raccontato la prima testimone – ero a Diano Marina da una decina di giorni. Arrivai a Diano perché alcune mie colleghe mi avevano detto Diano Marina era bella. Parlai con la signora Loredana, pagavo 5o euro al giorno per la camera. Loredana era a conoscenza del lavoro che facevo all’interno dell’appartamento. A Diano sono stata due volte, la prima a settembre, la seconda a dicembre”.
“Una mia amica mi passò il numero di Loredana – ha raccontato la seconda testimone – dicendo che a Diano Marina si lavorava bene. Ho sponsorizzato la mia attività su il sito di incontri ‘Piccole Trasgressioni’. Sono rimasta quattro giorni, poi è arrivata la Polizia e, complice anche il fatto che non stavo bene, sono andata via. Quando è venuta la Polizia, pensavo fossero clienti e ho aperto seminuda. In quattro giorni ho avuto comunque molti clienti”.
Il processo, davanti al collegio, è stato aggiornato al prossimo mese di giugno.