E’ stata resa nota l’ordinanza del Tar Liguria che di fatto ha sospeso, almeno per il momento, i lavori di pedonalizzazione di via Cascione.
Nel provvedimento si legge che: “l’impugnata ordinanza n. 201/16 (modifiche viabilistiche per consentire l’allestimento del cantiere e l’esecuzione dei lavori di riqualificazione del primo tratti di via Felice Cascione tra l’intersezione con via San San Maurizio e l’intersezione con galleria Castaldi e trasferimento temporaneo e parziale del mercato del giovedì da via Cascione a piazza Duomo a far data dal 19/05/2016 e fino a conclusione dei lavori, ndr) arreca un danno grave ed irreparabile ai ricorrenti, nella parte in cui dispone l’immediata interdizione al traffico e alla sosta dell’intero tratto di Via Felice Cascione interessato dai lavon di riqualificazione urbana”.
Il Tribunale dunque ha deciso di accogliere l’istanza dei ricorrenti, disponendo la “sospensione dell’esecuzione dell’ordinanza del Dirigente della Polizia Municipale di Imperia n. 201 /16, nei limiti di cui in motivazione”.
Avvicinato da ImperiaPost, Antonio Gagliano, ex assessore alla viabilità del Comune di Imperia e commerciante di via Cascione, portavoce del fronte del no alla pedonalizzazione, ha spiegato:
“Valuteremo di volta in volta quello che succederà – ha spiegato a ImperiaPost Antonio Gagliano – L’importante che sia arrivata la sospensiva. Via Cascione deve essere subito riaperta al traffico. Se il Tar chiede di ripristinare la strada, lo si deve fare. Gli avvocati seguiranno la situazione. Il 9 giugno ribadiremo le nostre convinzioni. In questi due giorni abbiamo già registrato un grave danno economico per le attività commerciali. Se siamo qua, non è perché abbiamo perso la testa e una mattina ci siamo svegliati e abbiamo deciso che non vogliamo questo restyling. Per noi il passaggio delle auto era importante, poi ognuno la pensa come vuole. Non è un capriccio di un bambino di nove anni che decide di mettersi contro il Comune. Noi che abbiamo investito nelle nostre attività sappiamo quello che facciamo. Ci sono stati dei costi per questo ricorso, non l’abbiamo fatto gratis. Capacci? Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità”.
ECCO L’ORDINANZA DEL TAR