Imperia – Durissimo l’intervento del capogruppo di “Imperia Riparte” in consiglio comunale Giuseppe Fossati a seguito delle dichiarazioni dell’assessore ai lavori pubblici Guido Abbo sulla vicenda relativa alla pedonalizzazione di via Cascione.
“Le recenti dichiarazioni dell’Assessore Guido Abbo – scrive in una nota il consigliere Fossati – in riferimento alle vicende di Via Cascione sono, quanto meno, sconcertanti e molto gravi sotto il profilo istituzionale. Nel merito di quanto detto da Abbo, credo che sia opportuno ricordare all’Assessore alcuni concetti basilari in uno Stato di Diritto.
Questa volta, non voglio fare dell’ironia, che sarebbe facile, ma fuori luogo, bensì richiamare, in modo molto serio e forte, l’Assessore Abbo ad un maggior equilibrio, ad una maggiore lucidità nonché al rispetto dei cittadini e delle Istituzioni che il suo ruolo gli impone.
Credo si debba essere chiari.
Abbo ha detto, testualmente, che ci sarebbero ‘diversi organi dello Stato’ (riferendosi, con tutta evidenza a Polizia, Carabinieri, Corte dei Conti e Tribunale Amministrativo Regionale) che ‘coordinati con insolita efficenza e rapidità’ (come dire che di solito sono inefficienti e lenti) convengono ‘contro’ il Comune di Imperia.
Ha anche aggiunto che tali organi dello Stato si sono mossi a seguito di esposti, segnalazioni, ricorsi e ‘chissà quali altri mezzi di pressione’ (come se gli organi citati fossero condizionati da ‘pressioni’, non è dato sapere di che tipo ma, si lascia intendere, indebite) ‘distogliendo risorse da altri importantissimi compiti istituzionali di protezione dei cittadini’ (come dire che Polizia, Carabinieri, Corte dei conti e TAR, per fare un favore a qualcuno, abbandonano i cittadini in balia di delinquenti e malfattori), il tutto per colpa di un ‘gruppo di privati’ che utilizza avvocati ‘d’assalto’ come ‘armi improprie’.
Trovo inaccettabile tale atteggiamento ed esigo che l’Assessore Abbo si scusi: con i ‘diversi organi dello Stato’, con il ‘gruppo di privati’ e anche con i loro avvocati.
Il motivo e’ semplice:
1)Polizia e Carabinieri, se ricevono una denunzia o un esposto, non si muovono ‘per chissà quali pressioni’, ma hanno il dovere di attivarsi e dare seguito ad accertamenti su quanto segnalato, sarà poi un Giudice a decidere nel merito;
2)il TAR è un Giudice di questa Repubblica ed i suoi provvedimenti devono essere rispettati ed attuati, anzitutto da chi ha un ruolo istituzionale, anche se non piacciono o non si condividono;
3)la Corte dei Conti e’ un organo di controllo e, se indaga, evidentemente, ha ritenuto di aver motivo per farlo; ogni verifica va quindi accettata e rispettata.
4)’il gruppo di privati’ (il c.d. Fronte del No) non sono delinquenti che si sono rivolti ad una banda di malavitosi per aggredire fisicamente l’Assessore Abbo o altri, ma cittadini che si sono rivolti ad un Tribunale della Repubblica ed alle Forze dell’Ordine, esponendo un proprio punto di vista e chiedendo un intervento nelle forme ed a termini di legge. Sono cittadini che hanno esercitato un loro diritto e spetta solo ai Giudici, non certo ad Abbo, valutare se le loro posizioni siano giuridicamente fondate o no;
5)non esistono ‘avvocati d’assalto’ che diventano ‘armi improprie’: esistono solo avvocati che fanno il loro lavoro e tutelano i propri clienti, cercando di farlo al meglio, nel rispetto della legge.
Trovo inaccettabile l’atteggiamento arrogante ed gravemente offensivo di Abbo, laddove un amministratore di buon senso dovrebbe essere rispettoso di tutti, delle posizioni di tutti, e gettare acqua, non benzina, sul fuoco.
Non è in atto una guerra civile, non ci sono i barbari alle porte, non ci sono poteri dello Stato deviati che tramano contro di lui: si discute di scelte amministrative che, indubbiamente, hanno delle criticità e, Abbo se ne faccia una ragione, molti non condividono.
Abbo, quindi, oltre a scusarsi, cambi atteggiamento: essersi candidato a consigliere comunale, senza peraltro essere stato eletto, e svolgere il ruolo di assessore per nomina, non lo legittima affatto ad insultare o fare gravi insinuazioni su organi dello Stato, che fanno il loro dovere, cittadini, che esercitano loro diritti, e professionisti seri, che fanno il loro lavoro”.