Avrebbe avuto rapporti sessuali con due minorenni, di 16 e 17 anni, e avrebbe convinto queste ultime, con la complicità della mamma, a compiere furti e a chiedere l’elemosina. E’ un’inchiesta molto delicata quella che coinvolge due donne, madre e figlia, rispettivamente di 20 e 40 anni. La Procura, segnatamente il Pm Paola Marrali, ha chiesto il rinvio a giudizio per le due donne. Per la 20enne l’accusa è di violenza sessuale e violenza privata, per la mamma di violenza privata.
Nel dettaglio, l’inchiesta ha preso il via nel 2014, a seguito della denuncia presentata ai Carabinieri dai genitori delle due minorenni che, abitualmente, frequentavano la casa delle due indagate. Proprio all’interno dell’abitazione si sarebbero consumati i rapporti sessuali e le “pressioni” perché le due ragazzine chiedessero l’elemosina e compiessero furti.
Nell’ambito dell’inchiesta il Pm ha fatto ricorso allo strumento dell’incidente probatorio per ascoltare le testimonianze delle due minorenni, le quali avrebbero si ammesso i rapporti sessuali, ma definendoli consenzienti. Un’ammissione che non ha però fatto scagionato la 20enne indagata. Per l’accusa, infatti, avrebbe approfittato dell’inferiorità psichica delle due ragazzine per convincerle ad avere rapporti e a commettere furti e chiedere l’elemosina.
Toccherà ora al Gup fissare l’udienza preliminare per decidere se optare per il processo o per il proscioglimento delle due indagate, difese dagli avvocato Daniela Abbo e Oliviero Olivieri.