“Confermando il proprio sostegno all’Assessore Abbo e alla sua attività amministrativa, il Direttivo cittadino di Azione Civica tiene a precisare che chi sta urlando allo scandalo perché l’Amministrazione sta usando i denari pubblici per perseguire fini pubblici, quali il restyling di Via Cascione, non sta dicendo no alla pedonalizzazione ,ma che poco gli importa del voto dei cittadini sentendosi al di sopra di tutto e di tutti”. A scriverlo è il Direttivo cittadino di Azione Civica, con una nota stampa.
“Vorremmo fosse chiaro che questi interventi sono fondamentali non per pedonalizzare (cosa che si potrebbe fare come qualcuno ha detto e scritto, sic et simpliciter chiudendo la strada) bensi’, innanzitutto, per sistemare i sottoservizi (fognatura, cavidotti ecc) e per eliminare le barriere architettoniche.
Chi parla di un’Amministrazione arrogante e sorda alle richieste di alcuni commercianti che vedono la pedonalizzazione come il baratro delle loro attività, omette volutamente di dire che il Sindaco ha già dichiarato che la regolamentazione di quella che in ogni caso sarà una ZTL e non un’isola pedonale, sarà decisa in accordo con tutti gli interessati.
I fondi europei a disposizione per il restyling di Via Cascione e dei suoi sottoservizi ,attenzione, utilizzabili solo a tale scopo, sono un’occasione che difficilmente si ripresenterà e qualora venissero persi i cittadini saprebbero chi ringraziare. Ringrazieranno chi al solo scopo di screditare un’amministrazione votata dalla stragrande maggioranza degli imperiesi, autolegittimandosi solo sulla base di storici favoritismi considerati se non leciti quanto meno “meritati”, accetta il rischio di impantanare una città che difficilmente avrà nuove occasioni di ripartire.
E allora, tra un’amministrazione legittimata a governare che porta avanti il proprio programma e un gruppo indefinito di urlatori che usano ogni mezzo per ridurre la città in cenere rincorrendo una nuova “vittoria di Pirro”, chi è il vero prepotente, chi l’arrogante? Noi crediamo che la risposta sia chiara. Ciò che resta è l’incapacità di accettare che gli interessi di pochi siano cosi’ forti da calpestare senza alcuna vergogna quelli di un ‘intera città!”.