A Diano Marina non ci sono candidati “impresentabili”, ma ci sono candidati che frequentano “soggetti gravati da precedenti penali e di polizia, nonché più specificatamente personaggi riconducibili a storiche famiglie di ‘ndrangheta, come le famiglie Papalia e De Marte, in quest’ultimo caso anche con vincoli parentali”.
Lo si evince dalla relazione della Commissione Antimafia sulla “trasparenza delle candidature ed efficacia dei controlli per prevenire l’infiltrazione mafiosa negli enti locali in occasione delle elezioni amministrative”.
La Commissione parlamentare presieduta da Rosy Bindi, dunque, non ha individuato candidati “impresentabili“, ma ha comunque rilevato aspetti preoccupanti in relazione alle frequentazioni dei candidati, tanto da definirle “degne di monitoraggio“.
“Sulla base degli atti acquisiti dalla Commissione, non sono emerse situazioni di incandidabilità e sospensione ai sensi della legge Severino – scrive la Commissione – Ugualmente non sono state rilevate situazioni ostative sulla base del codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione nella seduta del 23 settembre 2014. Tuttavia, si rappresenta che risultano, con riferimento ad alcuni candidati appartenenti a più liste differenti, frequentazioni con soggetti gravati da precedenti penali e di polizia, nonché più specificatamente con personaggi riconducibili a storiche famiglie di ‘ndrangheta, come le famiglie Papalia e De Marte, in quest’ultimo caso anche con vincoli parentali. Tali circostanze, di per se stesse non necessariamente rilevanti, appaiono preoccupanti e degne di monitoraggio anche futuro, in ragione del contesto provinciale e del radicamento della ‘ndrangheta in Liguria come emerso dalle indagini citate. Dai controlli eseguiti è emerso che 11 candidati su 63 risultano gravati da precedenti penali o carichi pendenti per fatti non gravi e comunque qui non di rilievo“.
Nella relazione la Commissione parla di “più liste differenti”, ma la presidente Rosy Bindi ha chiarito che si tratta di tre liste nel corso della presentazione alla stampa della relazione.
“In un comune abbiamo trovato che le tre famiglie di riferimento ‘ndranghetista, hanno piazzato i loro candidati…le hanno proprio scelte. Hanno eletto ciascuna una delle tre liste, per infiltrare i loro candidati – ha dichiarato la Bindi – Diciamo che Diano Marina potrebbe presentare da questo punto di vista un certo interesse. Liguria? Si, la Liguria. Sapete che non hanno più confini le mafie. Poi Imperia è quella che io chiamo la sesta provincia calabrese”.
LA RELAZIONE
IL PONENTE LIGURE E “LA LIGURIA”