In arrivo defibrillatori semiautomatici esterni in 28 Comuni dell’entroterra e in 22 tra stazioni del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e rifugi alpini liguri. Lo ha deciso la giunta regionale su proposta della vicepresidente e assessore regionale alla Salute Sonia Viale nell’ambito del progetto regionale per l’ottimizzazione dell’assistenza sanitaria in emergenza nelle zone a ridotta accessibilità, elaborato dal dipartimento regionale Emergenza sanitaria territoriale 118 della Regione Liguria per il potenziamento del soccorso nelle zone disagiate.
“Agire con rapidità è indispensabile per salvare vite – spiega la vicepresidente Viale – la morte cardiaca improvvisa costituisce oltre il 10% dei decessi annuali nel nostro Paese, molti di più rispetto ad esempio a quelli dovuti a incidenti stradali. Per la propria conformazione territoriale, la Liguria nelle zone interne presenta caratteristiche di scarsa accessibilità: dotare i principali punti di snodo dei percorsi escursionistici, da cui si calcola sia possibile il raggiungimento di un punto di primo intervento nel tempo massimo di un’ora, e i Comuni dell’entroterra di un defibrillatore potrà consentire un più rapido ed efficace soccorso a chi è colpito da arresto cardiaco”.
In Liguria, l’incidenza di arresti cardiaci varia dai 124 ogni 100 mila abitanti della provincia della Spezia ai 95 di quella di Genova, passando per i 114 di Savona e i 107 di Imperia. Gli interventi su arresto cardiaco inseriti nel database del Progetto Vita-Verifica italiana territoriale arresto cardiaco del 118 in Liguria sono 653 e di questi il 25% ha visto l’intervento di personale laico nella fase preospedaliera.
“Obiettivo del progetto regionale – aggiunge la vicepresidente Viale – oltre all’implementazione della presenza dei Dae sul territorio è anche la diffusione del suo utilizzo, l’implementazione del ‘first responder’ ovvero l’informazione dei cittadini sulle pratiche da seguire su tecniche di primo soccorso e di utilizzo dei defibrillatori”.
Nell’ambito del progetto regionale, il corpo forestale soccorso alpino della Liguria ha individuato 16 rifugi dove collocare i Dae e 6 stazioni di soccorso alpino, oltre a 28 Comuni dell’entroterra. I rifugi sono: il Muzzerone alla Spezia sul nodo di collegamento tra i sentieri delle Cinque Terre e Portovenere; nel Tigullio, nel Parco di Portofino in località Batterie e Molini; Prato Cipolla a Santo Stefano d’Aveto; in provincia di Genova all’Albergo del Faiallo, agriturismo Chelina, Ostaia de Baracche, casette di Sant’Ilario, Argentea; in provincia di Savona alla base scout il Rostigliolo, Pian delle Bosse, Cascina Miera, Pratorotondo, decollo parapendio di Bergeggi; in provincia di Imperia al rifugio Allavena e a Monesi.
“È un progetto che aumenta la sicurezza – commenta l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Edoardo Rixi – e la qualità della nostra offerta sull’outdoor. Molti dei rifugi che saranno dotati di defibrillatore si trovano sull’Alta Via dei Monti liguri che sappiamo essere molto attrattiva per gli amanti dell’escursionismo di tutto il mondo”.
I 28 Comuni sono: Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Montebruno, Propata, Rezzoaglio, Rondanina, Rovegno, Armo, Bajardo, Carpasio, Castel Vittorio, Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio, Rezzo, Triora, Maissana, Varese Ligure, Vernazza, Bardineto, Calizzano, Castelvecchio, Massimino, Murialdo, Osiglia e Urbe.
Per l’acquisto dei defibrillatori è previsto un finanziamento di circa 265 mila euro del ministero della Salute.