“Le Segreterie Territoriali di CGIL, CISL e UIL, nell’ambito della mobilitazione Nazionale, chiedono un intervento delle Prefetture sul tema del rinnovo del permesso di soggiorno per attesa di occupazione. L’iniziativa in provincia di Imperia si inserisce nella richiesta avanzata la settimana scorsa alle Istituzioni locali per l’avvio di un Tavolo di confronto sull’emergenza migranti nel ventimigliese”. A scriverlo sono Per la CGIL il Segretario Generale Fulvio Fellegara, Per la CISL il Segretario Generale Claudio Bosio e per la UIL il Segretario Milena Speranza, con una nota stampa.
“Negli ultimi anni con il perdurare della crisi economica anche le condizioni socio-economiche dei lavoratori immigrati si sono aggravate, raggiungendo livelli di disoccupazione davvero preoccupanti, fenomeno questo che purtroppo non ha risparmiato neppure la nostra provincia.
Tanti immigrati che hanno perso il lavoro non sono riusciti a trovarne un altro entro un anno, termine massimo per poter rinnovare il permesso di soggiorno. Questo ha messo in discussione la loro permanenza regolare sul nostro territorio, con la conseguenza che parte di loro è andata all’estero a cercare occupazione lasciando, in molti casi, le famiglie in forti difficoltà. Altri hanno fatto rientro nel proprio Paese d’origine ed altri ancora sono finiti nella trappola del lavoro sommerso, da cui è molto difficile uscire e che, soprattutto, cancella i diritti fondamentali e le necessarie tutele civili e del lavoro.
Per questi motivi CISL, CGIL e UIL Nazionali hanno indetto una mobilitazione chiedendo alle rispettive Organizzazioni Territoriali di far conoscere alle Prefetture le ragioni della protesta e, nel contempo, di invitare queste ultime a farsi portavoce nei confronti del Governo delle problematiche che vengono illustrate nella nota. Le tre Confederazioni suggeriscono la necessità di monitorare il comportamento delle Questure dal momento che il numero dei mancati rinnovi si è rivelato eccessivo.
In diversi casi hanno mancato di rinnovare il permesso di soggiorno a stranieri che avevano perso il lavoro, avendo esaurito i benefici del permesso per attesa occupazione, o quelli derivanti dagli ammortizzatori sociali. In alcuni casi viene rigettata addirittura la prima istanza di rinnovo per attesa occupazione se la Questura verifica che lo straniero è stato disoccupato già nei dodici mesi precedenti, quando era ancora titolare di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. In altri ancora, pur in presenza di un contratto di lavoro di breve durata, le Questure tengono in sospeso l’istanza di rinnovo in attesa che il contratto venga prorogato o, in alternativa, rilasciano un permesso di soggiorno della durata di pochi mesi.
A tutto ciò si accompagna, poi, una difficoltà derivante dall’impossibilità attuale delle Questure di verificare i contributi relativi alle prestazioni lavorative “occasionali” che non compaiono nella banca dati INPS e che rischiano, quindi, di prorogare ulteriormente i tempi, o addirittura sospendere la valutazione delle istanze.
Il lavoro nero (in molti settori produttivi) sta producendo situazioni di grave sfruttamento ed è spesso funzionale a fenomeni di tratta e lavoro forzato. Da qui la necessità di affrontare seriamente questo problema con l’adozione di provvedimenti legislativi atti a prolungare la durata del permesso per attesa occupazione (almeno a due anni) ed evitare che decine di migliaia di persone finiscano nelle mani del racket del lavoro nero e del grave sfruttamento.
Chiediamo, quindi, di fornire indicazioni univoche alle Questure, perché il permesso venga correttamente ed in maniera omogenea rinnovato su tutto il territorio nazionale. Dal momento che il Governo latita nel dare risposte alle nostre istanze, si è deciso di chiedere alle Prefetture di farsi portavoce nei confronti dello stesso delle seguenti richieste:
– proroga a due anni della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione;
– sanare le posizioni dei migranti che hanno già perso il permesso di soggiorno;
– lotta al lavoro nero ed al grave sfruttamento che ne scaturisce”.