Pieve di Teco. È dal 2011 che alcuni dei fondatori dell’Associazione Culturale Wepesto tengono d’occhio un edificio, visto da molti, ma sconosciuto dalla maggior parte degli abitanti della stessa Pieve di Teco.
L’edificio in questione si trova a all’altezza della rotonda sulla statale 28 poco prima dell’abitato di Pieve di Teco.
Wepesto ha deciso di scoprire di quale tipo di fabbricato potrebbe essere e, come è già successo in altre occasioni (https://www.imperiapost.it/185696/san-bartolomeo-al-mare-il-sindaco-urso-si-trasforma-in-indiana-jones-e-firma-un-protocollo-per-riportare-alla-luce-reperti-delleta-del-bronzo-le-immagini), farne conoscere il valore ai fini del recupero: in questi giorni è stato ultimato il filmato del sopralluogo, scattate altre foto, localizzato e creato il punto di interesse Google Maps della piccola costruzione.
Il piccolo edificio è il “casello del Dazio” di Pieve di Teco, risalente probabilmente al 1600, al suo interno vi è raffigurato, con affreschi colorati, un bel paesaggio con archi, fiumi e montagne, purtroppo già graffitati. Sicuramente la via era originariamente più bassa di almeno un metro infatti si appoggia su quattro archi. La proprietà non è comunale, vincolata dalla soprintendenza ma non ancora messa in stato di salvaguardia, mentre sarebbe importante poterla valorizzare, il tutto, fra l’altro, realizzabile con importi esigui.
L’Associazione Culturale Wepesto invita quanto prima a salvare questa sconosciuta bellezza:
“Vi chiediamo di aiutarci nel diffondere questa emergenza artistica e storica per evitare che sia troppo tardi. È una perla d’arte che, sicuramente, sorprenderà anche voi.
Qui il link al video su Youtube: