Il gruppo consiliare di Imperia Cambia (Paolo Re, Natalia Riccò e Ester d’Agostino) ha inviato una nota stampa per prendere posizione dopo la discussione in consiglio comunale sul porto turistico seguita proprio a un’interrogazione presentata del gruppo un tempo espressione del Sindaco Carlo Capacci.
“Il Consiglio di giovedì scorso ha sviluppato un dibattito sul Porto turistico per fare luce su quanto sta succedendo. L’obiettivo dichiarato dal Comune era di fare l’acquisizione, terminare le opere del porto, gestirlo al meglio e quindi tutelare i titolari dei posti barca mettendoli al riparo da sorprese.
I sottoscritti consiglieri Re, Riccò e D’Agostino hanno voluto – nell’interesse dei cittadini – rendere trasparente lo stato della situazione rispetto agli obiettivi di cui sopra, con interrogazione presentata il 19 maggio.
Pertanto nell’ultimo Consiglio – ricevuta la risposta del Sindaco – si è preso atto delle premesse ancora aperte in Cassazione sull’esito del fallimento della Porto Imperia SpA e presso il Consiglio di Stato sulla revoca della concessione da parte del Comune che tengono tuttora aperte tali questioni.
In tale incertezza, noi consiglieri abbiamo innanzitutto insistito per avere intanto elementi certi sui mezzi economici con cui il Comune vorrebbe acquistare il porto turistico per gestirlo direttamente e completare le opere. Questo alla luce delle ben note ristrettezze di bilancio del Comune e della GoImperia, nonché della mancanza di un piano finanziario della GoImperia serio e dettagliato, per gestire l’acquisizione.
La mancata risposta sul piano finanziario ha confermato i dubbi riguardo sia ai mezzi per l’acquisto (8 milioni di Euro) sia ancor più i mezzi per il completamento delle opere. Su queste ultime non è chiaro neppure quale sia il progetto di ultimazione del porto: se si segua quello originario approvato per Caltagirone o se si apportino delle varianti, finora mai neppure ipotizzate.
Secondo noi consiglieri interroganti, al di là delle solite parole vuote e propagandistiche, degli impegni e delle promesse mai mantenute, mancano ad oggi linee tangibili di indirizzo nello sviluppo del nostro porto, tuttora semivuoto e gestito con uno standard non competitivo, nonostante l’utilizzo del personale a pieno regime. Sembra che lo scopo della gestione GoImperia sia solo di tenere aperto il porto, senza un chiaro piano di crescita. Questo solleva interrogativi sui 40 mila euro pagati mensilmente al curatore fallimentare, per una gestione a tuttoggi ancora a livelli minimali?
Se dunque come appare evidente il Comune alla fine non sarà in grado di acquistare il Porto la GoImperia e dunque i cittadini imperiesi avranno speso inutilmente 40 mila euro al mese che ben si potevano risparmiare lasciando alla Curatela Fallimentare la gestione del Porto come espressamente prevede l’art 104 della legge fallimentare.
Insomma per essere chiari viene il dubbio su cosa possa cambiare tra una Amministrazione e una GOImperia non in grado di fare nulla e un Commissario Prefettizio e una Curatela Fallimentare che almeno costerebbero molto meno alle tasche dei cittadini.
Con la delibera n. 65 del 2014 il Comune aveva fornito un indirizzo per tutelare i titolari dei posti barca. Nel testo votato anche da noi consiglieri si dice che il Comune “…non può non farsi carico anche della situazione in cui verrebbero a trovarsi le centinaia di sub concessionari che hanno acquistato i diritti cinquantennali di utilizzazione….”.
Le pressioni legali perpetuate verso i titolari della sub concessione ( titolari dei posti barca )scontano in anticipo l’esito sfavorevole di quanto deve essere ancora chiarito in Cassazione e in Consiglio di Stato. Lo spirito della delibera n. 65 era invece di tutelare a prescindere i titolari dal rischio di vedersi “scippato” il posto barca prima ancora di avere le decisioni che dovrebbero maturare nell’autunno prossimo.
Secondo noi Consiglieri occorre fare uno sforzo per chiudere il contenzioso rientrando pienamente nel solco della delibera n. 65 e quindi salvaguardando nel tempo quanto acquistato e pagato per circa 50 anni da oltre 110 acquirenti di buona fede. Perché non chiedere che il Comune garantisca la sub-concessione originariamente acquisita, indipendente dall’avvicendamento del concessionario, tramite la stipula di un contratto di utenza con i titolari posti barca e che si deliberi l’impegno per tale riconoscimento da parte di futuri gestori- concessionari del Porto Turistico.
In questo modo si risolverebbe anche la conflittualità con APPI e si incasserebbe da loro il pagamento degli oneri di gestione. E’ su questo che occorre lavorare per uscire da una vertenza che non giova alla reputazione del nostro Comune e del Porto Turistico di Imperia, a vantaggio di un sostanzioso incremento degli utenti e degli utili”.