25 Dicembre 2024 05:35

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IMPERIA. UN ANNO FA LA SCOMPARSA DI MAURO FEOLA. FISSATA L’UDIENZA PRELIMINARE PER I DUE BAGNINI INDAGATI / I DETTAGLI

In breve: L’accusa per i due è di omicidio colposo in concorso per condotta omissiva e omissione di soccorso.

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Imperia. È passato un anno dalla morte di Mauro Feola, 50 anni, imprenditore vinicolo di 50 anni, annegato ai bagni Papeete Beach di Oneglia nel tentativo di salvare la vita al figlio di 15 anni. Lo scorso 25 luglio, infatti, l’uomo vide il figlio che stava facendo il bagno in difficoltà a causa della forte corrente del mare decidendo così di tuffarsi in acqua, affidando prima la figlia piccola a una coppia di bagnanti, nel tentativo di salvargli la vita. Il ragazzo riuscì a guadagnare la riva mentre Mauro Feola morì annegato senza che i due bagnini dello stabilimento “Papeete Beach” Caterina Pandolfi, 19 anni, e Aldo De Notaris, 65 anni, si tuffassero in acqua per tentare di salvarlo. Per questo motivo il sostituto Procuratore della Repubblica di Imperia Maria Paola Marrali, ha chiesto il rinvio a giudizio per i due assistenti bagnanti. I due, infatti, dovranno comparire il prossimo 30 novembre davanti al Giudice per l’udienza preliminare Massimiliano Botti che deciderà o meno se rinviarli a giudizio. L’accusa per i due è di omicidio colposo in concorso per condotta omissiva e omissione di soccorso.

“Oggi è un anno che Mauro non c’è più – commentano le madri dei due figli di Feola – ci auguriamo che giustizia sia fatta al più presto.

Da una serena disamina dei fatti – scrive il Prof. Tajana consulente dell’accusa – si può concludere che l`intervento dei bagnini, come sarebbe stato loro dovere fare, avrebbe dovuto iniziare pressoché contestualmente o subito dopo l’ingresso del Feola Mauro in acqua, per salvare il figlio, che trovavasi in palese difficoltà. Così facendo avrebbero usufruito di tempi ben maggiori per trarre in salvo l’uomo,  tempi che appaiono stimabili in almeno il doppio dei 6-7 minuti riconosciuti per il sostanziarsi di un annegamento. Purtroppo la loro assoluta inerzia operativa ha precluso le chance di salvezza del bagnante, chance che qualora si fosse operato, e soprattutto operato tempestivamente, tenuto conto dell’arco temporale oggettivamente a disposizione, sarebbero state assai elevate”. 

I due indagati sono difesi dall’avvocato Erminio Annoni, mentre i familiari di Feola sono rappresentati legalmente da CarloFossati Maria Grazia Acquarone.

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