Indicare una rosa di nomi, credibili e spendibili, al sindaco Carlo Capacci per la formazione della giunta non è l’unico problema che il Partito Democratico dovrà affrontare nei prossimi giorni. Il PD imperiese sarebbe rimasto spiazzato dalla decisione di Capacci di nominare una giunta composta da soli 6 assessori portando così, il numero dei componenti democratici in giunta da 4 a 3, il vice sindaco Giuseppe Zagarella compreso. Le correnti interne al partito (clicca Qui) starebbero, dunque, discutendo su chi sacrificare. Uno dei primi che potrebbe rimetterci è il giovane ex consigliere Giorgio Montanari che, pur avendo fatto un ottimo risultato elettorale, non avrebbe le “coperture” necessarie per scalzare la concorrenza.
Ma il vero problema che attanaglia la dirigenza del Partito Democratico, sia provinciale che cittadino, è quello di stanare la “talpa”. Secondo il segretario provinciale, da oltre un anno, all’interno del direttivo cittadino ci sarebbe un informatore dei media, un componente del direttivo che sistematicamente avverte il sottoscritto e il collega di PuntoImperia, Mattia Mangraviti, della convocazione delle riunioni relazionando, poi, su ciò che è stato discusso. L’ultimo episodio di insofferenza, proprio venerdì scorso, sotto la sede del PD in via San Giovanni: il segretario provinciale, membro del cda dall’Amat, Pietro Mannoni ha minacciato di far durare la riunione pochi minuti per la mancanza di serietà nel partito a causa di queste fughe di notizie. Dello stesso avviso anche il segretario cittadino Fabrizio Risso, anch’esso molto infastidito da questo tipo di comportamenti definiti “poco seri”. Da qui la decisione di cercare di scovare la “gola profonda” interna al partito per cercare di limitare, invano diciamo noi, che i giornalisti ficchino il naso nelle questioni del partito.