Partono i preparativi per organizzare la notte di UBAGA, tutta la Valle Arroscia si sta attivando per la prima edizione di questa notte che promuove il museo delle maschere di Ubaga di Pieve di Teco ma anche tutti i musei del Territorio nati intorno al 2000.
Le “Maschere di Ubaga” rinnovano l’eterna contrapposizione tra la morte e la rinascita della natura, l’uso della maschera come mezzo per accostarsi alla mitologia e per evocare un mondo rurale, custode di memorie e costumi primordiali, le cui remote radici sopravvivono in nomi, toponimi, tradizioni e rituali.
Perciò il mito è rappresentato dalla “maschera”, la quale ancor prima di essere un’opera estetica, rappresenta il mezzo per stabilire un contatto con ciò che sfugge.
Con il linguaggio delle forme e dei colori e con l’ausilio dei simboli, esse evocano immagini di forze cosmiche, anche di virtù e debolezze della natura umana, che formalizzano le categorie del “bene” e del “male”, aventi un’influenza fondamentale sul destino del singolo e della collettività.
Nell’idioma ligure pre-latino “ubagu” è sinonimo di località impervie, esposte a settentrione e inospitali, come lo sono le località dello scosceso versante destro della Valle Arroscia, ma le cui remote radici affondano nel substrato etnico – culturale di quelle primitive tribù di pastori agricoltori che, per circa due millenni, avevano dato vita al culto del monte Bego.
L’evento prevede in Corso Ponzoni la dislocazione di vari punti di degustazione di prodotti tipici e di espositori di infusi, piante aromatiche e spezie. Durante il percorso tra i diversi stand, ci sarà la possibilità di scoprire le fattezze e il significato delle Maschere di Ubaga rappresentanti l’eterna lotta tra Bene e Male.