In oltre 150 hanno partecipato sabato 20 agosto alla festa alla cappella di San Bernardo di Lavina (1450 circa), una folla composita, dai bambini agli ultraottantenni, giunti dalla Valle di Rezzo, da Pieve di Teco, da Conio, Aurigo, Borgomaro, Imperia, Sanremo e Albenga.
I più hanno percorso i sentieri che da Lavina salgono alla cappella in un antico bosco lungo vetuste mulattiere riadattate per l’occasione, in mezzo a castagni plurisecolari, a muretti di sopravissute “crose de munte”, a vecchi acquedotti correnti su aerei ponti in pietra, immersi in un silenzio irreale che nessuno osava infrangere. Altri, i diversamente giovani, trasportati sino a pochi passi dalla cappella da un servizio di fuoristrada organizzato da volontari di Lavina e Sanremo.
Tutti hanno ammirato, stupiti, gli affreschi dell’intatta cappella campestre di San Bernardo, mirabilmente illustrati dall’esperta d’arte Anna Marchini giunta da Genova; a bocca aperta hanno contemplato la monumentale “fontana delle ciliegie”: cinque vasche scalpellinate in blocchi di pietra (1860), fatta riemergere dall’oblio del tempo e dai rovi insieme alla poco lontana “calcinaia”; o seduti in cerchio, come studenti, hanno ascoltato dallo storico locale Alessandro Giacobbe le vicissitudini della chiesa pievasca di S. Maria Maddalena (1200 circa), ammirandone i ruderi e partecipando ad un minicantiere di rilievi che ha permesso di realizzare una scheda topografica del sito (verrà inoltrata alla Sovraintendenza e al Comune) e far emergere un antichissimo rilievo planimetrico picchettato sul manufatto; infine hanno fantasticato intorno ai resti dell’antica cisterna del castello che doveva dominare con la chiesa della Maddalena sul poggio di Valasse tutta la Valle di Rezzo.
La Santa Messa al campo officiata dal parroco don Sandro Decanis in onore dei due San Bernardo (d’Aosta e di Chiaravalle), che ha ricordato anche il luogo e le fatiche degli abitanti di Lavina che sino agli anni ’50 popolavano in estate i prati della sovrastante Guardiabella per la fienagione, ha commosso tutti stimolando riflessioni spirituali e la gratitudine verso le laboriose generazioni dei contadini del nostro entroterra che ci hanno tramandato questi tesori in pietra.
Gruppi di fortunati al rientro a Lavina hanno potuto ammirare l’incredibile giardino fiorito di ortensie fatte giungere da tutto il mondo dalla maestra Silvia Decanis che richiama nel paesino ammiratori anche stranieri.
L’iniziativa, patrocinata dalla Provincia di Imperia, è stata resa possibile dal Comune di Rezzo (Sindaco, Vicesindaco e Consiglieri erano irriconoscibili fra i tanti volontari della Pro Loco di Rezzo), dai soci delle associazioni “i. Theicos” di Pieve di Teco e “La Lecca” di Chiusavecchia, dai diversamente giovani del MASCI (scout) di Imperia e Sanremo, e dai cinghialisti di Lavina.
Gli organizzatori si riuniranno a fine estate per programmare altre sorprese in Valle Arroscia per gli amanti dei “tesori nascosti dell’entroterra ligure”.
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