Il Comune di Imperia finisce nuovamente nel mirino della Corte dei Conti (era già accaduto nel 2015 con motivazioni molto simili) che, in una lunga relazione, bacchetta pesantemente l’amministrazione Capacci per la gestione del bilancio negli anni 2014-2015. In particolare, l’Organo di Controllo regionale ha mosso svariate contestazioni, dallo “squilibrio della gestione di cassa” al “consistente e protratto ricorso all’anticipazione di tesoreria e dall’utilizzo in termini di cassa di entrate destinate genericamente al finanziamento di spese in conto capitale per il pagamento di spese correnti” sino all’esistenza “al 31 dicembre 2014 e al 31 dicembre 2015 di un fondo di cassa pari zero e di anticipazioni inestinte per importi rilevanti”.
Ma non solo, la Corte dei Conti, punta il dito sulla gestione dei rapporti tra Comune e Amat, tra i problemi principali all’origine della sofferenza di bilancio.
L’Organo di controllo spiega nella sua relazione che il Comune di Imperia versa in una “grave crisi finanziaria” e che “i profili di criticità, se non tempestivamente rimossi, potrebbero incidere negativamente sugli equilibri di bilancio dei futuri esercizi finanziari e sulla garanzia di regolarità amministrativa e contabile della gestione stessa”.
ECCO LE CONTESTAZIONI
– la situazione di squilibrio della gestione di cassa, contraddistinta negli esercizi del periodo 2012-2015 dal consistente e protratto ricorso all’anticipazione di tesoreria e dall’utilizzo in termini di cassa di entrate destinate genericamente al finanziamento di spese in conto capitale per il pagamento di spese correnti, nonché dall’esistenza al 31 dicembre 2014 e al 31 dicembre 2015 di un fondo di cassa pari zero e di anticipazioni inestinte per importi rilevanti;
– la mancata adozione, da parte del responsabile finanziario, della determinazione della giacenza vincolata al 1° gennaio 2015 di cui al punto 10.6 del principio applicato della contabilità finanziaria di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, nonché la non avvenuta comunicazione formale al tesoriere dell’importo degli incassi vincolati alla data del 31 dicembre 2014, prevista dallo stesso principio;
– un disavanzo sostanziale di amministrazione al 31 dicembre 2014 quantificato, secondo le norme e i principi del vecchio ordinamento contabile, nei termini e nell’importo di cui in motivazione (859.852,74 euro) e al netto dell’incidenza della notevole mole di residui attivi di parte corrente per i quali sussistono seri elementi di incertezza quanto alle possibilità di integrale riscossione;
– l’errata contabilizzazione in accertamento di entrata, con corrispondente riporto nei residui attivi, dell’IVA calcolata sull’importo dei canoni di depurazione che la società A.M.A.T. S.p.a. deve ancora riversare al Comune;
– la ritardata riscossione del credito accumulato dal Comune nei confronti della società partecipata AMAT S.p.A. in relazione all’atteso riversamento nella cassa comunale dei canoni di depurazione negli anni incassati dalla società per conto dell’Ente stesso;
– la non avvenuta segnalazione nell’apposita nota informativa resa dal competente responsabile di servizio e asseverata dall’organo di revisione del Comune, della mancata conciliazione delle risultanze contabili del Comune e della società A.M.A.T. S.p.a. relative ai rapporti di debito/credito tra i due soggetti;
– il saldo negativo della gestione finanziaria di parte corrente dell’esercizio 2014 per euro 580.293,62;
LE RICHIESTE DELLA CORTE DEI CONTI AL COMUNE
A seguito delle contestazioni mosse al Comune di Imperia, la Corte dei Conti ha invitato l’amministrazione Capacci a correre ai ripari, illustrando una serie di interventi.