DIANO MARINA. “Ordina al legale rappresentante della società “Diana Srl” (Oasi Park) l’immediata cessazione dell’attività di campeggio o qualsivoglia attività ricettiva all’aria aperta per le precarie condizioni igienico sanitarie che possono essere pregiudizio della salute pubblica”. Il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori ha così disposto, lo scorso 1 settembre, la chiusura, a tre anni di distanza dall`ultima ordinanza, dell’Oasi Park, questa volta però a seguito del verbale del dirigente medico e tecnico di prevenzione dell’Asl 1 imperiese.
“Viste le precarie condizioni igienico sanitarie – scrivono i tecnici dell’Asl – e di pulizia rilevate in alcuni blocchi di servizi igienici, visto il regolamento dell’area di sosta Camper Oasi Park, dal quale si evince l’impossibilita del gestore di vigilare sulla corretta osservanza dello stesso, si ritiene che tale situazione, dal punto di vista igienico-sanitario, può essere di pregiudizio per la salute pubblica, per tanto si propone l’emissione di ordinanza sindacale ai sensi dell’ ART. 40 Regio decreto 27 Luglio 1934, n. 1265 nei confronti del Sig. Quaglio Lucio in qualità di legale rappresentante della società Diana SRL e gestore dell’area di rimessa veicoli, finalizzata all’immediata cessazione dell’attività di campeggio o qualsivoglia attività ricettiva all’aria aperta”.
Ecco viene contestato dall’Asl 1 imperiese:
“La nota dell’Asl – scrive il sindaco nell’ordinanza – ricevuta in data 23/08/2016 contenente le risultanze degli accertamenti svolti sulle dotazioni igienico-sanitarie gravemente insufficienti rispetto al numero di piazzole di stazionamento superiori a numero 250.
zona reception: costituito da n 12 vasi sanitari, 14 docce, 13 lavabi ed ulteriore batteria esterna di n 6 docce;
zona ingresso 4: costituito da un manufatto prefabbricato nel quale sono presenti n 3 docce e n 2 vasi sanitari;
zona via delle antenne: costituito da n 4 vasi sanitari e n 4 docce che si presenta deteriorato dall’usura, in cattivo stato di manutenzione e con altezza netta inferiore ai requisiti igienico-edilizi”.
Con ogni probabilità, come accadde con la precedente ordinanza, la proprietà presenterà ricorso al T.A.R. contro il provvedimento del Comune chiedendone la sospensiva e l’annullamento.
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