Il postino non consegna la carta di identità a un bimbo di appena 16 mesi perché non trova il nome del piccolo sulla targhetta della porta di casa e le nuove disposizioni gli impongono la consegna “direttamente al destinatario”.
E’ successo nei giorni scorsi a Imperia. A raccontare la vicenda a ImperiaPost Paolo Arrigo, dipendente comunale.
“Il postino non ha consegnato la busta del Ministero con carta d’identità a casa, perché può consegnarla solo all’interessato e non ha trovato il nome di mio figlio sulla targhetta della porta. Peccato che mio figlio abbia appena 16 mesi – racconta Arrigo – Quando ho chiamato un responsabile delle poste, mi ha detto che queste sono le nuove disposizioni. Non solo, mi hanno chiesto anche di portare mio figlio in sede per farlo ‘firmare’ e ritirare la busta con dentro la carta di identità. Ma come posso dimostrare che si tratta di mio figlio visto che il documento di identità è nella busta che devo ritirare? In più mio figlio, in quanto minorenne, non può ‘firmare’ nulla, è vietato dalla legge”.
“Ho cercato di spiegarlo all’addetto delle Poste che mi ha risposto: ‘sono le nostre disposizioni, ha sbagliato il Comune, poi deve mettere il nome di suo figlio sulla porta’. C’è una totale disinformazione Primo perché è il Ministero e non il Comune a inviare la carta di identità, secondo perché in quanto mio figlio minorenne la legge mi consente di non mettere il suo nome sulla targhetta della porta di casa. Ora io mi chiedo, ma a cosa servono allora l’indirizzo e il numero civico? Morale della favola, io la carta di identità di mio figlio ancora non ce l’ho. Siamo un Paese davvero allo sbando”.