E’ iniziata puntuale alle 10 la nuova udienza del processo “La Svolta” relativo all’operazione anti ‘ndrangheta messa a segno dai Carabinieri coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova nel dicembre dell’anno scorso nei Comuni di Ventimiglia, Bordighera e Diano Marina.
Ricomincia la deposizione del Maresciallo Camplese Sergio, in servizio al comando provinciale di Imperia con alcune dichiarazioni precise sulle origini del procedimento: “Il procedimento penale della Procura della Repubblica di Sanremo, ha origine dall’operazione Spi.Ga. che comincia dalla denuncia per usura presentata da un panettiere di Ventimiglia che aveva fatto emergere alcuni prestiti di carattere usuraio di Spirlì Filippo. Quando il panettiere non riuscì a consegnare che una parte del denaro pattuito subì minacce e un’aggressione da parte proprio di Spirlì. Da qua sono partite le indagini e solo dopo è apparsa la figura di Gallotta Giuseppe con cui, Spirlì, aveva un rapporto societario in termini di traffico di stupefecenti. Questo procedimento ha avuto la sua conclusione con alcune condanne, come quella di 6 anni a Gallotta.
Nel corso dell’attività di indagine, in merito a un altro prestito usuraio che ha coinvolto un imprenditore milanese, è emersa poi la figura di Marcianò Giuseppe e di Marcianò Vincenzo. Da qui è partito un decreto che autorizzava le intercettazioni e le riprese video nei pressi del ristorante “Le Volte”. L’esercizio pubblico era considerato luogo di interesse in quanto una parte degli accordi erano avvenuti all’interno del locale con riferimenti palesi al battesimo ‘ndranghetista e un giovane di Vallecrosia, Macrì Alessandro aveva chiesto di essere affiliato.
“In Liguria la percezione che si è avuta è che, in questa zona, sia stato mantenuto un profilo piuttosto basso. Una conversazione molto significativa è quella che è stata intercettata nei pressi della ditta Pri.Car da parte di Domenico Carlino, ritenuto anch’esso affiliato alla ‘ndrangheta locale, deceduto poi nel 2010. La ditta era stata aperta grazie a soldi e finanziamenti da parte dei Priolo di Gioia Tauro e, la conversazione intercettata viene considerata significativa perchè Domenico Carlino si è lasciato andare con un suo amico facendo delle confidenze in meritò alla criminalità in zona, dichiarando: “Non c’è il terrore in zona perchè non l’ho mai voluto nè io nè quelli prima di me”. Era un personaggio serio e rispettato nell’ambito criminale“. Conclude il Maresciallo Camplese.
Altri riferimenti nel procedimento Colpo della Strega riguyardano la dichiarazione di Morgana Paolo che aveva già parlato del battesimo per l’ingresso nella ‘ndrangheta e aveva dato collegamenti con la mafia calabresa e indica Marcianò Francesco, fratello di Marcianò Giuseppe, come capo del sodalizio. Ventimiglia come camera di controllo per tutta la Liguria