Non si placano le polemiche sul Museo Navale, in particolare sulla decisione dell’amministrazione Capacci di affidare l’ex Salso all’ordine degli architetti nell’ambito del progetto “Switch”, con l’obiettivo di studiare nuove possibili destinazioni d’uso.
Nella giornata di ieri, giovedì 8 settembre, ha espresso tutti i propri malumori il direttore del Museo Flavio Serafini (“l’ex Salso è destinata al Museo Navale, c’è un progetto con tanto di finanziamenti europei, il Comune non può stravolgere una progettazione sulla quale abbiamo lavorato per anni e anni, per di più senza consultarci in alcun modo”), a poche ore di distanza invece la figlia, l’ex assessore Sara Serafini, ad uscire allo scoperto.
“Io non sono tanto diplomatica e tollerante come mio padre – ha scritto l’ex assessore – e ho scelto di non partecipare all’inaugurazione del Museo Navale che con la mia famiglia aspettiamo da 30 anni, onde evitare di insultare qualcuno tra i presenti e rovinare una delle poche cose buone per i miei concittadini. Se per quattro sindaci e innumerevoli assessori alla cultura, il progetto del Museo Navale completo ha sempre interessato tutto l’edificio nelle more di tutte le autorizzazioni e richieste a tutti gli organi competenti e oggi l’amministrazione dice o che non c’è alcuna progettazione o che comunque si può cambiare (piano regolatore con destinazione dell’edificio a museo, finanziamenti chiesti per quell’area, progetti che comprendono anche l’ex area Salso, percorso museologico studiato sempre in funzione dell’utilizzo di tutto l’edificio, lavoro di impiegati, tecnici, assessori e consulenti del passato da buttare) tutto è possibile (magari lo dicano a Podestà che mi pare non l’abbia capito).
Io non ne faccio una questione di sostanza come mio padre, ne faccio una questione di forma. Perché non si ha il coraggio di dire ‘Comandante lei il museo lì non lo vedrà mai, abbiamo altre idee’. Perché mio padre, dopo 30 anni di lavoro gratuito per la città e gli ultimi mesi in canottiera a fare il trasloco a mano e allestire, solo, con pochissimi uomini e la generosità di alcuni, la mostra che inaugurerà oggi (venerdì 9 settembre, ndr) e le 10 sale aperte al pubblico ieri, forse non non se lo merita? E non mi merito io una certa franchezza di intenti, io che mi chiamo Serafini e che ho contribuito con 207 voti (numero di preferenze maggiore sia dell’attuale presidente del consiglio che dell’assessore alle manifestazioni, per ricordarlo a chi magari pensa che io sia una sfigata) all’elezione di questo Sindaco che ho sempre riconosciuto come tale e gli sono sempre stata fedele anche quando mi ha chiesto di dimettermi, più di altri che hanno ancora la loro poltrona? Io voglio solo questa risposta, il resto non mi interessa”.