I Carabinieri, durante una perquisizione nell’ambito di un’inchiesta per sfruttamento della prostituzione, le hanno trovato in casa un tesserino della Polizia contraffatto con tanto di foto tessera. Con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e possesso di segni distintivi contraffatti, è finita a processo una 61enne di Imperia.
Ieri mattina in Tribunale a Imperia si è aperto il processo davanti al giudice Domenica Varalli (Pm Alessandro Bogliolo). La 61enne, difesa dall’avvocato Sandro Lombardi, in sede di dichiarazione spontanea ha fornito al giudice una spiegazione alquanto curiosa, ovvero di aver acquistato regolarmente il tesserino in un negozio dell’albenganese per poi utilizzarlo nell’intimità, per un gioco erotico con un uomo (“a lui piace fare il rapinatore e poi farsi arrestare“).
In udienza, questa mattina, è stato sentito anche il Maresciallo dei Carabinieri Paolo Gianoli. Il Comandante della Stazione di Imperia ha spiegato che il tesserino viene rilasciato solo a uomini e donne delle forze dell’ordine e non a semplici cittadini, confermando l’ipotesi accusatoria della contraffazione e non del semplice acquisto.
La 61enne, già a processo per truffa e sfruttamento della prostituzione (è accusata di gestire una casa di prostituzione nel pieno centro di Oneglia, in via Amendola), rischia una condanna sino a 6 mesi di carcere.