“Il Sindaco ha perso un’ottima occasione per tacere invece di parlare a ruota libera e non documentato. Non si desidera ritornare sulla questione dell’area ex Salso che ha casualmente innescato polemiche prima delle Vele d’Epoca. Senza quell’area il Museo Navale non potrà esistere! Ogni collegamento con Le Vele d’Epoca è stato puramente strumentale.
E’ ben noto quanto il Comandante Serafini si sia speso negli anni per arricchire la Manifestazione in collaborazione con l’Assonautica, con mostre in banchina e come autore di un volume in varie edizioni e lingue che hanno fatto conoscere Imperia nel mondo.
Skipper, armatori e pubblico lo hanno sempre riconosciuto, contrariamente al Sindaco. La minaccia di chiusura (al primo giorno) si intendeva legata alla mancata presenza del personale dell’ Associazione, mentre quella saltuaria del personale del Comune ( una sola persona che ha le chiavi della struttura) avrebbe potuto ben poco assistere i visitatori.
Le numerose richieste pervenute di soprassedere a disertare il Museo, sempre per reazione alla questione Salso, sono state poi accolte. In merito alla citata “Convenzione” (datata 2008!) che Serafini conosce a memoria per aver contribuito a stilarla, è doveroso precisare come a distanza di tanti anni sia superata ed esiga aggiornamenti proprio in considerazione del lungo tempo trascorso prima che diventasse operativa (museo navale nuova sede aperto, non “work in progress”) e per la manifesta trascuratezza dell’Amministrazione.
La stessa Convenzione prevede (art.7, comma 2), e non poteva essere altrimenti, che la direzione tecnico/scientifica sia assunta dall’Associazione Amici del Museo Navale e quindi, dal suo attuale Presidente che riveste la carica di Direttore del Museo, oltre a rappresentare legalmente la proprietà dei reperti (leggasi bene: proprietà!). In merito ai futuri costi di gestione, è stato proprio Serafini, in base alla sua esperienza specifica sull’argomento, a presentare uno studio di fattibilità proprio per ridurre i costi, tenendo anche presente i proventi, oltre alla bigliettazione, dei servizi collaterali funzionali alla sopravvivenza del Museo: bookshop, bar, auditorium, sala Mostre, ecc.
Ma sino ad oggi, l’Amministrazione si è ben guardata di convocare riunioni ad hoc, o prevedere un capitolo di Bilancio specifico, accelerare i tempi, in cui iniziare la previsione dei costi che avrebbero dovuto essere opportunamente valutati nel momento di richiedere contributi europei.
La Città ed il Sindaco, anche quello in carica, dovrebbero stendere tappeti rossi dove passa Flavio Serafini. Nessuno ha mai fatto tanto per la propria Città dal gennaio 1980, sacrificando giorni festivi, libertà personale, salute, affetti famigliari ,interessi personali di lavoro e denaro (dal 1987 paga personalmente la bolletta telefonica della sede di Piazza Duomo) per far affluire un patrimonio inestimabile ed unico al mondo che dovrebbe restare a beneficio della comunità e non solo quella nazionale, senza contare l’attività del servizio pubblico gratuito.
I numerosi attestati pervenuti da tutto il mondo ed i dieci volumi contenenti le firme dei visitatori con plausi ed apprezzamenti in varie lingue sulla sua attività, di storico, studioso navale ed organizzatore, ne sono la prova palese. Il Comandante Serafini quindi non è un “pseudo” Direttore, come lo definisce il Sindaco, ma il Direttore dal 1980, (il Sindaco finge di non saperlo) che ha invece, per diritto e dovere, “titolo di parlare” per il gravoso lavoro svolto in tanti anni in condizioni oggettivamente difficili e talvolta ostili tra meschinità, latitanza ed invidie anche da parte di esponenti dell’Amministrazione.
Se non fosse stato per la salvaguardia della memoria di tante persone scomparse e per gli obblighi morali nei confronti di centinaia di donatori italiani e stranieri, avrebbe da tempo trasferito il Museo altrove. Il problema della chiave non esiste, anche perchè l’unico rappresentante del Comune può aprire il Museo per circa 24 ore alla settimana (solo tre giorni su sette!), decisamente insufficienti nella attuale fase di allestimenti a carico quasi totale della Associazione, vedasi il trasloco “fai da te”.
E, per finire, l’apertura e la chiusura del Museo avviene ogni qualvolta sia necessario, senza “straordinari” o retribuzione alcuna, per continuare quel gravoso lavoro così ignorato e disconosciuto dal Sindaco, ma che alla fine porterà alla realizzazione del Museo Navale più completo al mondo e, per una piccola Città di provincia, non è poco!”